Negli ultimi anni i giochi da tavolo hanno attraversato una fase di crescita esponenziale, tanto da parlare comunemente nel settore di una nuova Età dell’Oro per i boardgames.
Il settore dei giochi da tavolo, infatti, cresce circa del 40% all’anno ed è una delle categorie di progetti più finanziati di Kickstarter.
I giochi da tavolo, tuttavia, non sono un’invenzione spassosissima del XX secolo.
No signori.
I boardgames vantano una lunghissima storia, addirittura millenaria, e sono stati il passatempo preferito di antichi nerd di svariate culture e società.
Da dove e quando è iniziato tutto? Scopriamolo insieme 😊
I GIOCHI DA TAVOLO NELL’ANTICHITA’
Il primo, rudimentale gioco da tavolo che conosciamo fa parte ancora oggi di numerosi set di gioco che tutti noi usiamo.
Si tratta dei… dadi!
Pensate che una serie di 49 piccole pietre dipinte a intaglio sono state trovate nel tumulo di Başur Höyük, nel sud-est della Turchia, e risalgono a ben 5000 anni fa!
Giochi simili sono stati inoltre rinvenuti sia in Siria che in Iraq. Da questi elementi possiamo quindi dedurre che i dadi fossero uno dei giochi più in voga dell’epoca nella Mezzaluna Fertile.
Ovviamente si trattava di rudimentali cubi, o bastoncini, intagliati e realizzati in materiali quali ottone, rame, vetro, avorio, marmo, legno, pietre dipinte o gusci di tartaruga.
Dadi più simili a quelli odierni risalgono al periodo degli antichi romani e, in alcuni casi, presentavano anche sfaccettature molto simili a quelli che utilizziamo in D&D e nei giochi di ruolo moderni.
Se oggi giocare è cosa da comuni mortali, un tempo le persone più appassionate di giochi da tavolo erano, udite udite, i reali e gli aristocratici.
Basti pensare ai Faraoni egiziani, il cui gioco must to have era quello di “Senet”!
Il gioco di “Senet” era influenzato da una forte componente aleatoria, ossia legata alla fortuna (non era di certo un German… 😊).
Questo, probabilmente, in quanto gli antichi egizi credevano fortemente nel concetto di “destino”.
Se un giocatore era fortunato, infatti, si diceva che fosse sotto la protezione delle principali divinità egizie, quali Ra, Thoth e talvolta Osiride.
Le tavole di “Senet” venivano spesso poste nella tomba insieme ad altri oggetti di vita quotidiana utili per il pericoloso viaggio nell’aldilà, tanto che il gioco è anche indicato nel capitolo XVII del Libro dei morti ed è stato trovato in svariate tombe predinastiche e della prima dinastia.
Arrivando al 200 a.C., ci imbattiamo nel nonno di uno dei giochi più famosi del secolo scorso: il Backgammon (a cui, ammetto, non ho mai avuto il piacere di dedicarmi).
Il suo antenato, il “Ludus duodecim scriptorum” era un gioco da tavolo popolare nell’Impero Romano e il suo nome potrebbe essere oggi tradotto con “gioco dalle dodici marcature”, in base alle tre righe di 12 segni trovati sulle tavole arrivate intonse fino a noi.
Il “tabellone” di Ludus duodecim scriptorum ricorda molto da vicino il moderno Backgammon. Conoscete la storia più recente di questo gioco?
La popolarità del Backgammon raggiunse l’apice intorno al 1960 grazie al carisma del principe Alexis Obolensky, noto anche come “il padre del moderno Backgammon”. Alexis fu co-fondatore dell’International Backgammon Association, che ha pubblicato una serie di regole ufficiali, e fondatore del World Backgammon Club di Manhattan, che ideò un sistema di tornei di Backgammon nel 1963. In seguito, nel marzo del 1964, organizzò il primo grande torneo internazionale di Backgammon che attirò la famiglia reale, moltissime celebrità e la stampa.
Fu così che l’industria delle sigarette, dei liquori e le varie compagnie automobilistiche iniziarono a sponsorizzarne i tornei e addirittura Hugh Hefner organizzò feste con sfide di Backgammon nella famosa Villa di Playboy.
E poi dicono che i giochi da tavolo siano un passatempo da nerd solitari!!!
Un altro gioco popolare nell’antica Roma era “Ludus latrunculorum”, gioco strategico a due giocatori ispirato dalla strategia militare.
A causa delle limitate fonti, la ricostruzione delle regole del gioco è ad oggi molto difficile, ma è certo che si trattasse di un gioco di tattiche militari vagamente simile a quello degli scacchi (che vennero sicuramente influenzati da questo antenato romano).
Arriviamo così ai famigerati scacchi!
Alcune fonti farebbero derivare gli scacchi da un gioco, il “Chaturanga”, che avrebbe avuto origine attorno al VI secolo, presso l’impero Gupta, in India, e che si sarebbe sviluppato in varie forme nelle diverse regioni asiatiche (scacchi cinesi, coreani e giapponesi) e occidentali. Secondo alcune teorie, la diffusione sarebbe iniziata presso i Persiani che, dopo averlo modificato, gli avrebbero cambiato il nome in “Shaṭranj”, e sarebbe proseguita presso gli Arabi per giungere infine nell’Europa medievale. Secondo altre teorie, invece, gli scacchi deriverebbero dallo “xiangqi”, di origine cinese, o da qualche sua variante.
Le regole del primo gioco degli scacchi arrivato in Europa non differivano da quelle del gioco arabo: lo shaṭranj era caratterizzato da una scacchiera senza colori e da dinamiche che rendevano piuttosto lento il suo svolgimento.
Nel corso dei secoli, la necessità di velocizzare il gioco, dovuta in parte al fatto che si scommetteva sulle partite, comportò progressivamente l’adozione di movimenti più veloci, soprattutto dell’alfiere e della donna, e vennero applicate alcune variazioni alle regole originarie. Nel “Libro del Acedrex” scritto nel 1283 dal re di Castiglia Alfonso X il Saggio, ad esempio, il movimento dei pezzi presenta già alcune notevoli differenze e la donna diventa più mobile sulla scacchiera.
Alla fine del XV secolo, in Italia e in Spagna vengono definitivamente fissate le regole moderne del gioco: la figura della Regina, in sostituzione a quella del Visir, sembra addirittura ispirarsi a Isabella di Castiglia!
Solo nel XIX secolo si svilupparono però le organizzazioni dedite al gioco degli scacchi, con la nascita di numerosi club e l’inizio di pubblicazioni specializzate, libri e riviste. Iniziarono così anche le sfide fra club di scacchi di città diverse, come quella del London Chess Club contro l’Edinburgh Chess Club del 1824.
LE ORIGINI DI DUE GIOCHI DA TAVOLO MODERNI
Tornando ai nostri giorni, o quasi, scopriamo ora insieme le origini di due giochi da tavolo moderni che tutti abbiamo avuto fra le mani da bambini 😊
MONOPOLY
Elizabeth “Lizzie” Magie, l’ideatrice di uno dei più famosi giochi da tavolo, era una fervente sostenitrice del single tax movement, una proposta di fine ‘800 che chiedeva l’abolizione di tutte le tasse a favore di una tassa unica legata alla proprietà.
Per rendere questi principi il più convincenti possibili, Lizzie li trasformò in un gioco da tavolo: era il 1902.
L’obiettivo di “The Landlord’s Game”, come era stato inizialmente chiamato, era quello di raccogliere il maggior numero possibile di terre. Quando le proprietà disponibili sul tabellone scarseggiavano, l’affitto aumentava, e mentre alcuni “proprietari terrieri” vedevano le loro fortune moltiplicarsi, altri giocatori andavano irrimediabilmente in bancarotta.
Lizzie brevettò il suo gioco da tavolo nel 1904, e ben presto molte persone iniziarono a rivedere e a migliorare il gioco realizzando varie versioni fatte a mano.
Una di queste, ora comunemente chiamata Monopoli, venne inviata nel 1934 alla Parker Brothers (che aveva precedentemente rifiutato il gioco di Lizzie perché “troppo politico”), e la povera Lizzie ne vendette il brevetto per 500 dollari, esigendo però che insieme a Monopoly venissero stampate e distribuite anche copie del suo “The Landlord’s Game”, copie che rimasero purtroppo miseramente invendute sugli scaffali dei giocattolai.
CLUEDO
All’inizio del XX secolo, la Gran Bretagna era letteralmente inebriata dalle storie di crimini efferati, tanto da indurre un’amabile coppia di sposi, formata da Anthony ed Elva Pratt, a ideare un gioco da tavolo a tema.
Dopo aver revisionato alcuni elementi sgradevoli (il nome originale, “Omicidio”, fu cambiato in Cluedo, e la “stanza della pistola” fu sostituita con un’estensione della sala da pranzo), l’editore britannico Waddingtons ne acquistò i diritti nel 1945.
Anche se il presidente della Parker Brothers, Robert Barton, amava Cluedo, inizialmente si rifiutò di pubblicarlo negli Stati Uniti in base a una regola aziendale di vecchia data che vietava qualsiasi prodotto correlato all’omicidio. Alla fine, tuttavia, venne fatto uno strappo alla regola e Cluedo venne pubblicato negli States con il nome di “Clue” nel 1949, diventando il gioco investigativo più famoso presso il grande pubblico.
Il nostro viaggio nei vortici della storia per questa volta finisce qui 🙂
A presto con nuove curiosità sui giochi da tavolo!
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