Joan Lee è stata la moglie del leggendario Stan Lee.
Stan è il deus ex machina della Marvel, creatore di un numero infinito di personaggi e di storie.
Ma senza i consigli di Joan, vivremmo in una realtà completamente diversa.
Sapere ascoltare i buoni consigli è certamente una virtù importante.
Ma sapere fornire i consigli giusti, al momento giusto, è una dote che pochi possono vantare.
Joan Lee è stata una persona con quest’ultima, peculiare, caratteristica.
Senza di lei, il suo famoso marito, Stan Lee, avrebbe intrapreso strade molto diverse da quelle che l’hanno portato ad essere uno dei personaggi più influenti del fumetto e, di conseguenza, della cultura pop americana.
Azione, lotta, combattimento
Siamo agli inizi degli anni ’60.
Stan Lee era arrivato quasi ad un punto morto della sua carriera di fumettista.
Ecco il suo ricordo di quei giorni.
“Stavo scrivendo fumetti ed il mio editore, Martin Goodman, mi disse come li avrebbe voluti”, racconta Stan. “Un sacco di azione, un sacco di scene di lotta, non troppo dialogo. I nostri lettori non amano molto i dialoghi. Non usare paroloni, non sono un granchè col vocabolario. Basta concentrarsi sulle scene di combattimento: questo è quello che piace.”
“Beh, posso scrivere un combattimento, credo, così come chiunque altro, ma non è così che volevo trascorrere la mia vita”, continua Lee.
“Che ne dici di qualche caratterizzazione? Che ne dici di curare i personaggi?” chiese Stan a Goodman, che era sposato con sua cugina.
Goodman rispose perentorio: “Dammi scene di combattimento“.
La frustrazione si impadronì di Stan, che discusse dell’accaduto con la moglie Joan Lee, sua sposa dal 1947.
Il consiglio
“Allora sono andato a casa e ho detto a Joanie: Lo sai tesoro, penso che mi piacerebbe smettere. Credo che questo lavoro sia un vicolo cieco. Non mi porterà da nessuna parte. Potrei anche lasciare ora e cercare di trovare qualcos’altro da fare “, ricorda Lee.
“Lei mi ha dato il miglior consiglio del mondo. Disse: Perché non fai un albo come vuoi farlo tu? Il peggio che possa accadere? Ti licenzierà, ma tu vuoi comunque lasciare… almeno l’avrai fatto a modo tuo.”
Quell’albo si rivelerà come quello che ha cambiato la storia del fumetto.
“Pensavo fosse un buon consiglio, così ho scritto I Fantastici Quattro, che era più la storia che volevo fare io. Non erano tutte scene di combattimento e avevo quattro personaggi”, ricorda Lee. “Potei dare personalità diverse a ciascuno e così via. L’ho fatto. Non ho avuto notizie da Martin per circa 30 giorni. Quando poi sono usciti i dati delle vendite, lui ha detto: Hey, Stan, sai che Fantastic Four ha fatto bene? Ha venduto più di qualsiasi altro albo. Che ne dici di fare qualche altro titolo tipo quello? – E questo è quello che ha dato inizio a tutta la faccenda”.
‘Tutta la faccenda’ significa che gli altri titoli, tipo I Fantastici Quattro, che Stan Lee creò nei mesi successivi, altri non furono se non Daredevil, Thor, Iron Man, Hulk, gli X-Men, Doctor Strange e Spider-Man.
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