Wonder Woman: la recensione senza spoiler del film di Patty Jenkins

6

Wonder Woman, l’attesissima trasposizione cinematografica dell’eroina, immaginata da William Marston nel 1941, è in arrivo sugli schermi italiani a partire dal 1 giugno.

wonder woman ce n'è da correre...

ce n’è da correre…

Wonder Woman si è finalmente meritata un film tutto suo, dopo 76 anni di attesa.
Certo, negli anni ‘70 c’era la serie tv con Lynda Carter, ma il grande schermo è la vera consacrazione di un personaggio dei fumetti.
Solo che il cinema puo’ anche essere la pietra tombale sulla carriera degli eroi (ne sanno qualcosa i Fantastici 4 o Lanterna Verde).
E Wonder Woman ha corso il rischio di entrare a far parte di quest’ultima categoria di pezzi grossi.
Perchè il film a lei dedicato non ha soddisfatto le attese che, bisogna dire, erano decisamente alte.

wonder woman se ne accorgeranno?

se ne accorgeranno?

La foto

Wonder Woman risulta essere un lungo flashback.
La famosa foto vista in Batman v Superman, che ritrae la Principessa delle Amazzoni in compagnia di un gruppetto di soldati durante la Prima Guerra Mondiale, viene recapitata a Diana Prince, alter ego della suddetta che, ai giorni nostri, pare sia la curatrice del Musée du Louvre.
Il mittente è Bruce Wayne (aka Batman), che chiede alla donna di conoscere la sua storia.

wonder woman ti racconto

c’era un inglese che è precipitato

Themyscira

Il ricordo parte dalla fanciullezza di Diana, figlia di Ippolita, Regina delle Amazzoni dell’isola di Themyscira, nascosta agli occhi del Mondo per volere di Zeus.
Diana cresce e viene addestrata alle arti della guerra dalla zia Antiope.
Questo incipit mitologico serve a dare la giusta caratterizzazione al personaggio di Wonder Woman che, nei fumetti, è davvero la degna rappresentante delle Amazzoni nel nostro mondo.
I tempi di narrazione del film paiono da subito piuttosto blandi.
Manca il ritmo che, per un cinecomic, è come dire che manca l’ossigeno nell’aria.

wonder woman ammazzadei

ammazzadei

 

rallentatore

A poco serve lo scontro tra le Amazzoni e gli invasori umani: una caratteristica di tutte le scene d’azione di Wonder Woman, infatti, è lo slow-motion, usato fino allo sfinimento.
Ogni singola mossa viene esasperatamente proposta al rallentatore, il che per un certo numero di volte è anche piacevole!
Ma reiterato continuamente, diventa un freno alla dinamica dell’azione.
Che dovrebbe essere invece piuttosto frenetica, in particolare durante le battaglie.
Inoltre, pressochè tutte le movenze delle Amazzoni in combattimento sono super-esagerate. Spettacolari, sì.
Ma sembra quasi non si utilizzino più gli stunt-man (o meglio, stunt-woman), affinchè sia dato libero sfogo ai maghi della computer graphic ed alle loro visioni di torsioni, salti, piroette e chi più ne ha, più ne digitalizzi.

wonder woman stunt-women cercasi

stunt-women cercasi

Il fumo di Londra

Uno squarcio sembra aprirsi, oltre che sulla mitica cappa che nasconde Themyscira agli uomini, anche nel fumo di Londra dove Diana arriva, dopo aver salvato il militare Steve Trevor, precipitato sulle spiagge della sua isola.
Una Amazzone che ha passato la vita sull’Isola Paradiso (questo il nome originario), si ritrova catapultata nell’Inghilterra degli anni ‘10 del Novecento.

wonder woman fumo di Londra

fumo di Londra

Un ricco spunto per alcuni siparietti dominati da Etta, la segretaria di Trevor, che si preoccupa, senza farsi troppe domande, di far immergere Diana nella cultura dei nostri nonni.
Purtroppo il tutto dura molto poco. Ed Etta sparisce praticamente anche dal film.
Film che continua ad essere fiacco e grigio come il fumo di Londra, appunto.

wonder woman Etta, dove sei?

Etta dove sei?

La guerra

Diana ottiene quel che voleva: andare alla Guerra.
Perchè ritiene che dietro la cattiveria dell’uomo, che lo porta ad uccidere i suoi simili, non possa che celarsi la mano di Ares, il dio della guerra. Sconfitto Ares, tutti amici, lei pensa.
Come fare per rendere l’idea della tragedia di quegli anni?
Nel modo più semplice e banale possibile.
Quasi fantozzianamente, assistiamo a: bambini che invocano la mamma, soldati feriti ed agonizzanti, occhi della madre.
Senza un montaggio analogico commovente, però.

Perchè in Wonder Woman continua a mancare il ritmo. Ma continua ad abbondare l’utilizzo del rallenty.
Così come i colori desaturati ed il buio. Caratteristica dei film della DC, perlomeno.
Al contrario dell’usuale mood DC, invece, si è cercato di dare più spazio a battute e situazioni divertenti.
Non sempre riuscitissime, spesso telefonatissime: che si stia guardando ai cugini della Marvel ed al loro collaudato modo di fare cinecomic?

wonder woman potevo portare una giacca a vento.

potevo portare una giacca a vento.

Ares

Si arriva, inevitabilmente (e senza troppe spiegazioni), allo scontro finale.
Con Ares, che dovrebbe essere il più grande guerrafondaio della storia, ispiratore di tutte le peggiori scelte umane per condurre i popoli della Terra ad abbandonare la pace.
Dovrebbe.
Ma chi ha scelto l’attore per il ruolo non sapeva chi fosse il personaggio da interpretare…
Solitamente i villain DC sono la parte migliore dei film.
Tranne che per Armageddon in Batman v Superman e per Enchantress in Suicide Squad.
E per Ares in Wonder Woman.
Riuscito il suo solo aspetto esteriore, in armatura: un dio della guerra convincente, se rimane fermo e zitto.
Un impoverimento preoccupante nell’ultimo anno di filmografia DC!

wonder woman intanto mi alleno coi soldati

intanto mi alleno coi soldati

Lontani da Marston

Ed è altrettanto preoccupante come non si riesca a sfruttare meglio un’icona come Wonder Woman.
Anzi, quella che è l’essenza dell’eroina di Marston (ne parliamo in questo articolo)  viene buttata lì nel finale, perchè sembrava quasi obbligatorio farlo, piuttosto che per una reale esigenza narrativa o di fedeltà al personaggio originario.

In Wonder Woman di Patty Jenkins si salva solo Gal Gadot (se escludiamo Etta), che veste i panni di Diana Prince / Wonder Woman.
La bella attrice israeliana si rivela anche grintosa ed efficace nell’utilizzo di spada, scudo e lazo della verità.
Non basta.
Non è sufficiente a salvare una pellicola molle, poco convinta, che sembra solo aspettare il duello finale. Che si risolve anche velocemente e senza essere spettacolare o enfatico.
Si è voluto osare molto poco, disponendo della Principessa delle Amazzoni.
E di un retaggio storico-culturale che ne ha fatto un emblema di femminismo e consapevolezza.

Sembra di assistere ad una puntata della serie tv degli anni ‘70.
Solo che, anzichè durare 45 minuti, questa dura 2 ore.
Ormai Wonder Woman è stata introdotta in Batman v Superman ed un film sulle origini andava fatto.
Andava, di sicuro, fatto meglio.

 

wonder woman si stava meglio a themyscira

si stava meglio sull’isola Paradiso

Nessun commento

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *