Wonder Woman 1984 è disponibile per il noleggio o l’acquisto streaming.
L’abbiamo visto: ecco cosa ne pensiamo.
Cosa ho appena visto?
Hai presente il meme di Topolino che si caccia le mani negli occhi, per non guardare?
Ecco.
Dopo aver visto Wonder Woman 1984 vorresti imitare il topo, ma poi pensi a tutti i bei film ed alle serie tv Marvel che ti aspettano…
Già. Perchè, dopo 20 e passa film della concorrenza, non si è ancora capito come fare un film di supereroi?
Il giusto mix tra spacconerie, azione, gag, riferimenti ai fumetti?
Che questo Wonder Woman 1984 avrebbe anche un bel messaggio, alla fin fine.
Ma bisogna pur farci un film intorno, a codesto messaggio.
Altrimenti mi mandi un sms e siamo a posto così.
Si salva (alla grandissima) giusto la scena a metà dei titoli di coda: una fantastica strizzata d’occhio ai fan storici del personaggio di Diana Prince.
Un po’ poco, per quasi 2 ore di visione a noleggio o acquisto streaming.
Per il resto: poca azione, personaggi inconsistenti tranne Max Lord, interpretato da Pedro Pascal (senza casco), che però si porta dietro, fin da principio, il peso dell’ideona che sta alla base del film.
Ideona che ti spettina ogni volta che se ne fa cenno, proprio come accade sullo schermo a chi entri in contatto con la “pietra dei desideri”.
Parliamo di Cheetah, che dovrebbe essere l’altro villain del film?
C’è davvero poco da dire: una ‘cattiva’ che nasce e distruggerebbe il mondo perchè non la salutano in ufficio?
Ok, siamo negli effimeri anni ’80, tutta apparenza e poca sostanza e Barbara Minerva non è una classica Donna in carriera (ah ah ah, che ridere i continui rimandi al film con Melanie Griffith…sì, che ridere.)
Sorvoliamo (è proprio il caso di dirlo) su alcune ‘peculiarità’ storico-ingegneristiche presenti nella pellicola, come Steve che torna e sa pilotare un caccia degli anni ’80, lui che è nato ai primi del ‘900 ed ora, oltre a questo, sa guidare carri armati ed automobili degli 80’s con estrema nonchalance.
Perfino la contestualizzazione temporale (gli anni ’80, appunto) sembra solo una scusa per sfoggiare qualche acconciatura bizzarra e qualche vestito o tutina sgargiante.
E?
E basta.
Certo, c’è la Guerra Fredda ed i missili nucleari, pronti a far piazza pulita del genere umano.
Gli anni ’80 son tutti lì: almeno si poteva riempire la colonna sonora di pezzoni della decade in oggetto.
Non per fare sempre paragoni, ma tipo quel che è stato fatto con Captain Marvel e gli anni ’90, tanto per dire…
Un film del lazo.
No, cosa hai capito: non si vuol esser volgari!
Il lazo è molto usato da Diana in Wonder Woman 1984, per la gioia del suo creatore William Moulton Marston (leggi la storia di WW e del suo ‘papà’ in questo articolo).
Lo usa anche per imitare Spider-Man al centro commerciale e…no, no: è davvero un film del lazo.
Ritmi blandissimi, la prima ora trascorre a bocca aperta, tra sbadigli e scene che lasciano basiti per la banalità con cui sono state confezionate, con un livello di scrittura davvero povero.
Anche Gal Gadot sembra poco convinta, mentre era stata una delle sorprese positive del primo film dedicato alla Principessa delle Amazzoni (qui la nostra recensione).
E non per affondare in coltello nella piaga, ma anche la CGI, in alcune sequenze, non è degna di una produzione di questo livello (e del 2021).
Wonder Woman 1984 è disponibile, tramite la formula del noleggio streaming, su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV, Sky Primafila ed Infinity.
Buon articolo Grazie per aver condiviso belle informazioni.