“Il Ritorno dello Jedi” compie 35 anni: scopri le curiosità sul 6° Episodio di Star Wars!

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Il Ritorno dello Jedi usciva negli USA il 25 maggio 1983, esattamente 35 anni fa.

Il 25 maggio è una data portafortuna per la Galassia lontana, lontana: in quel giorno del 1977 debuttava nei cinema americani Star Wars (leggi il nostro articolo celebrativo).
Il 25 maggio 1973, George Lucas, il creatore di Star Wars, completò la prima sceneggiatura del film.
Quest’anno sbarcherà nelle sale USA Solo – A Star Wars story, sempre il 25/5.

Ma scopriamo qualche curiosità relativa a Il Ritorno dello Jedi, nel giorno del suo 35° compleanno!

  1. George Lucas ha spiegato il motivo per cui Yoda abbia dovuto confessare a Luke che Darth Vader fosse suo padre.
    Il papà di Star Wars si era consultato con uno psicologo infantile, durante la realizzazione del film, e questi gli disse che, a meno che non fosse stato inequivocabilmente dichiarato che Vader era il padre di Luke, gli spettatori di 12 anni (o meno) avrebbero interpretato la frase di Vader ne L’Impero colpisce ancora (1980) come una bugia.
    Serviva che qualcuno di credibile legittimasse questa scomoda verità.
    Yoda non doveva nemmeno apparire in questa pellicola, ma venne aggiunto da Lucas proprio per dare questa cruciale conferma.
    Piccola curiosità: Yoda è l’unico Jedi della storia a morire di cause naturali!
  2. Il problema della divulgazione di possibili spoiler: una preoccupazione per le produzioni dei film, fin dal 1983.
    Speciali sceneggiature fasulle vennero distribuite a certi membri del cast, considerati suscettibili di spifferare informazioni ai media.
    Alcuni di questi falsi elementi sono poi, effettivamente trapelati.
    Ad esempio, Lando Calrissian (e non Leia) veniva indicato come “l’ultima speranza” menzionata da Obi-Wan e Yoda ne L’Impero colpisce ancora.
  3. Le scene nel deserto di Tatooine, con il veliero di Jabba ed il pozzo del Sarlacc, vennero girate vicino a Yuma, in Arizona.
    La troupe ha avuto molti problemi per evitare i 35.000 appassionati di dune buggy che, in quel periodo,  invadevano l’area intorno alla cittadina, famosa per il treno lì diretto.
    Per preservare la segretezza, i produttori dichiararono di realizzare un film dell’orrore intitolato Blue Harvest con lo slogan “Orrore oltre ogni immaginazione”.
    Furono confezionati persino cappelli e magliette per i tecnici.
    Una recinzione ed un servizio di sicurezza attivo 24 ore su 24 non hanno comunque impedito ad alcuni fan irriducibili di entrare sul set e scattare qualche foto.
  4. Secondo Ian McDiarmid (che per diventare l’Imperatore doveva sottoporsi quotidianamente a sedute di trucco di 4 ore), George Lucas originariamente lo ha assunto solo per una ‘performance fisica’ (così come David Prowse è l’uomo sotto l’armatura di Darth Vader, ma la voce del Signore dei Sith è quella di James Earl Jones).
    Un produttore chiese a McDiarmid di imitare Clive Revill (che dava la voce all’Imperatore ne L’Impero colpisce ancora). Così, forse, Lucas avrebbe lasciato la sua interpretazione nel montaggio finale del film.
    Tuttavia, l’attore scozzese credeva di poter donare all’Imperatore una voce più malvagia e demoniaca, a differenza di quella più aristocratica di Revill, sfruttando un metodo di recitazione giapponese basato sull’uso dello stomaco.
    Lucas fu così colpito dalla sua versione che quella voce finì per diventare un tratto distintivo del personaggio.
    Nel commento sul blu-ray, McDiarmid rivela che l’Imperatore avrebbe più di 100 anni.
  5. Si diceva di David Prowse.
    Il culturista gallese è stato il corpo sotto l’armatura di Vader, nei 3 film della Trilogia Classica, sebbene nelle scene di combattimento sia sostituito dallo stuntman Bob Anderson (ed è stato anche la creatura di Frankenstein: scopri le incursioni al cinema del famoso mostro in questo articolo!).
    Ne Il Ritorno dello Jedi, finalmente, Prowse avrebbe dovuto avere la sua grande occasione e mostrare il suo viso, il viso di Anakin Skywalker, una volta tolto il casco.
    Invece Lucas girò le scene con Sebastian Shaw che interpretò Anakin morente e come fantasma della Forza. Per fare un favore ad Alec Guinness, che altrimenti non sarebbe più tornato nei panni di Obi-Wan Kenobi.
    David Prowse non la prese bene.
    Nell’Edizione Speciale degli anni ’90, il fantasma della Forza che appare al fianco di Yoda ed Obi-Wan ha le fattezze di Hayden Christensen, l’attore che ha interpretato il giovane Anakin nei prequel.
  6. Per fare funzionare l’animatrone a grandezza naturale di Jabba the Hutt, era necessaria l’opera di 6 persone, che azionavano leve, tiravano corde e muovevano lingue e code.
    Il pupazzo di Jabba è stato costruito in 3 mesi, è costato $500.000 e pesava 900 kg.
    I rumori fastidiosi prodotti da Jabba, quando si muove, furono creati dallo specialista del suono Ben Burtt, passando le mani in una pentola di formaggio.
    I versi del Rancor, la feroce bestia per gli spettacoli sotto il pavimento del Palazzo di Jabba, sono opera di un…cane bassotto.
  7. Carrie Fisher si era spesso lamentata dei suoi costumi nei precedenti due film della saga.
    Erano così lunghi che non si poteva nemmeno dire che “fosse una donna”, diceva l’attrice.
    Quelle lagnanze hanno portato al vestito striminzito che Leia indossa come schiava di Jabba.
    La struttura metallica del costume se ne andava per i fatti suoi e si dovettero ri-girare molte scene perchè alcune parti della Fisher saltavano fuori a causa di “malfunzionamenti del guardaroba”.
    Chi bello vuole apparire…
  8. La sequenza di Leia che strangola Jabba è un omaggio alla morte di Luca Brasi (che ora dorme coi pesci) ne Il padrino (1972). George Lucas lavorò come assistente al montaggio del film di Francis Ford Coppola.
    Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith (2005) mostra un elaborato omaggio alla famosa sequenza del battesimo del figlio di Michael Corleone, che è intervallata dalle morti degli altri leader mafiosi. Proprio come la scena della nascita dell’Impero Galattico è inframmezzata dalle uccisioni degli Jedi in giro per la Galassia.
  9. In preparazione ai lavori per l’edizione speciale, uno degli impiegati dell’ILM, parlando con un amico, rivelò che stavano estendendo il numero musicale nel palazzo di Jabba.
    L’ amico era il fratello di Femi Taylor, la ballerina che interpretava Oola (la schiava / ballerina che finisce in pasto al Rancor) e le suggerì di contattarla, dato che la donna era ancora più in forma di quando aveva girato le scene originali.
    Così, le sequenze dell’edizione speciale sono una combinazione di filmati originali e di nuovi, registrati 15 anni dopo.
    Femi Taylor è dunque l’unico membro del cast del film originale a riprendere fisicamente il suo ruolo anche per l’edizione speciale.
  10. Il ritorno dello Jedi, inizialmente, doveva intitolarsi La vendetta dello Jedi, ma Lucas pensava che uno Jedi non debba mai cercare vendetta, a causa del codice etico dell’Ordine.
    Alcuni poster, rilasciati in anticipo, sono apparsi in taluni cinema americani; una volta ritirati sono divenuti oggetto di aste con cifre folli.
    Tra l’altro, in questi poster, Luke ha una spada laser rossa e Vader ne ha una blu…
    Star Trek II – L’ira di Khan (1982) doveva originariamente chiamarsi Star Trek: La vendetta di Khan, ma il titolo è stato cambiato per evitare confusione con questo film, quando si intitolava ancora La vendetta dello Jedi.
    Comunque Lucas chiuderà virtualmente il cerchio col titolo dell’ultimo film della saga da lui diretto, Episodio III: La Vendetta dei Sith.
  11. In origine, il colore della nuova spada laser di Luke era blu, lo stesso di quella che aveva ‘perso’ a Cloud City, ne L’Impero colpisce ancora.
    Dai un’occhiata al colore della spada nel poster originale del film.
    Tuttavia, quando una scena di Luke con la spada blu fu tagliata, George Lucas pensò che il pubblico potesse non capire che la spada laser usata nel Ritorno da Luke non fosse esattamente la stessa di Cloud City.
    Per togliere ogni dubbio, Lucas decise di cambiare il colore dal blu al verde.
    Nell’Universo Espanso -oggi Legends- la spada laser originale di Luke, usata da suo padre e assegnatagli da Obi-Wan, fu recuperata (insieme alla sua mano mozzata) su Cloud City e fu in seguito brandita da un clone di Luke.
  12. Il figlio del compositore John Williams, Joseph, ha dato una mano al papà nella stesura della colonna sonora del film ed ha scritto il testo delle canzoni degli Ewok.
    Un clamoroso caso di nepotismo?
    Non proprio: Joseph Williams, infatti, è cantante, compositore e leader della leggendaria band dei Toto.
    Williams pater, Toto filius.
  13. Le scene dal punto di vista dei piloti delle speeder-bike, sulla luna boscosa di Endor, sono ottenute facendo camminare un operatore con la telecamera attraverso la foresta, con una velocità di ripresa di un frame al secondo.
    Quando il filmato è riprodotto a 24 fotogrammi al secondo, si ha l’impressione di volare attraverso la foresta ad alta velocità.
  14. La sequenza della pira funeraria con il corpo di Anakin / Darth Vader bruciato da Luke è stata aggiunta all’ultimissimo momento.
    Tutte le riprese erano terminate e si dovette girare la scena in fretta e furia allo Skywalker Ranch di Lucas.
    Che sentiva la necessità di dare la conferma che Vader fosse morto, poichè vediamo Luke imbarcarlo su una navetta e fuggire dalla Morte Nera. Lucas (sebbene non accreditato) ha diretto la scena.
    Nel romanzo (Legends) La tregua di Bakura, che si svolge immediatamente dopo Il ritorno dello Jedi, Anakin appare a Leia per chiedere il suo perdono.
  15. Nella battaglia di Endor, molte delle “navi” ed altri oggetti lontani sullo sfondo stellato, sono in realtà gomme da masticare.
    Masticate, sputate e modellate.
    I tecnici sapevano che ci sarebbe stata così tanta azione che il pubblico non avrebbe notato cose come queste, utilizzate per riempire lo sfondo.
  16. Il Ritorno dello Jedi è l’unico film di Star Wars in cui Darth Vader non soffoca qualcuno per mezzo della Forza. Nel montaggio iniziale esisteva una scena del genere, ma è stata tagliata da George Lucas che riteneva superfluo rimarcare questo aspetto.
  17. La prima scelta di George Lucas come regista per il suo (all’epoca) terzo capitolo della saga, fu l’amico Steven Spielberg. Che avrebbe davvero amato il fatto di poter dirigere un film di Star Wars.
    Ma Spielberg faceva parte dell’associazione dei registi, ad Hollywood. Associazione da cui Lucas si discostò dopo varie discussioni nel corso degli anni.
    Così venne assunto lo sconosciuto regista gallese Richard Marquand. Che aveva un pregio noto a tutti: terminava le riprese in tempo e restava nei budget previsti.
    George Lucas ha ammesso di essere stato sul set spesso, a causa della relativa inesperienza di Richard Marquand. Che scherzava, al riguardo: “È più o meno come cercare di dirigere Re Lear – con Shakespeare nella stanza accanto!”
    Lo sfortunato Marquand morì solo 4 anni dopo aver diretto Il Ritorno dello Jedi.
  18. Gli Ewok, originariamente, dovevano essere una tribù di Wookiee, parenti ed amici di Chewbacca.
    Nella pre-produzione del film, però, è stata presa la decisione di utilizzare piccole creature a pelo corto piuttosto che creature molto alte a pelo lungo e, quindi, sono nati gli Ewok.
    Lo stesso termine Ewok è stato inventato riorganizzando i suoni nella parola Wookiee.
    Curiosamente, la parola Ewok, non viene mai pronunciata in questo film.
    Le scene nella foresta di Endor sono state filmate nella Redwood Forest, in California.
  19. Nella versione blu-ray del 2011 de Il Ritorno dello Jedi , gli Ewok possono sbattere le palpebre.
    Effetto aggiunto in computer grafica, dopo 28 anni di occhi sbarrati!
    Secondo Warwick Davis, l’attore che interpreta Wicket, nel 1983 fu sperimentato un meccanismo per far chiudere gli occhi ai costumi di scena degli Ewok, ma era sempre difettoso ed in seguito venne accantonato.
    Davis esordì, tredicenne, con questo film, a causa di un malanno che colpì Kenny Baker, l’attore che interpretava R2-D2 ed avrebbe dovuto calarsi nei panni di Wicket.
    Quello che dice “ciuccia” a Leia.
  20. Il Ritorno dello Jedi è l’unico film in cui Luke indossa abiti neri.
    Nonostante sia uno Jedi, molti fan hanno interpretato questo come un riferimento al Lato Oscuro, a cui Luke si è quasi abbandonato.
    Gli altri personaggi che indossano il nero nel franchise di Star Wars sono solamente Darth Vader, l’Imperatore Palpatine, Darth Maul e Kylo Ren.

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