Cara Marvel,
già ti è andata bene una prima volta con “I Guardiani della Galassia”, fumetto sconosciuto ai più, che hai tramutato in un grosso successo cinematografico, e ti è andata bene una seconda volta con “Ant-Man” (stesse basi di partenza, stesso risultato).
Ora: non vorrai credere che l’operazione possa ripetersi una terza volta, con la medesima conclusione, portando sugli schermi Doctor Strange, vero?
Caro spettatore,
cosa ne dici, dopo aver visto il film?
L’hanno fatto di nuovo, come cantava una celebre pop-star dei primi anni 2000.
Qui non si tratta più di fare cinecomics, o film di supereroi, che dir si voglia: si tratta semplicemente di fare ottimi film.
Con “Doctor Strange” si introduce l’elemento magico nel Marvel Cinematic Universe e per buona parte del film, la regia (di Scott Derrickson, fino ad oggi cimentatosi perlopiù nell’ambito horror) gioca in maniera visionaria, quasi allucinata, con le possibilità offerte da una magia che tutto può.
Non c’è più tridimensionalità, non c’è più un sopra ed un sotto, un prima ed un dopo perchè tutto può mutare, plasmato da sapienti mani: quelle dei maghi della finzione del film e quelle dei maghi degli effetti speciali della post-produzione.
Ormai viviamo in un’epoca cinematografica in cui non basta più stupire lo spettatore, per cui l’effetto in CGI deve avere una motivazione, un senso scenico e logico. “Doctor Strange” vince su tutta la linea: è pieno zeppo di grafica computerizzata, ma questa serve per catapultarci in dimensioni parallele inimmaginabili, a renderci una sensazione di straordinarietà che, davvero, lascia per lunghi tratti a bocca aperta, con città che diventano un terreno di scontro fatto di un folle susseguirsi di scomposizioni e mutazioni architettoniche.
La trama di “Doctor Strange” ricalca abbastanza fedelmente le origini del personaggio (potete trovare un articolo introduttivo qui LINK), fatta eccezione solo per alcune piccole differenze, la principale delle quali è il cambio di genere, di età apparente e di etnia dell’Antico (Tilda Swinton).
Lo Stregone Supremo, in lotta contro le più potenti entità cosmiche che minacciano la Terra (fatta eccezione per il solo olio di palma), deve anche menare qualche cazzotto. Alcune scene di “combattimento” fanno ripensare alle classifiche stilate negli ultimi anni, perchè bisogna trovare un posto per Stephen Strange vs. Kaecilius (Mads Mikkelsen)
Benedict Cumberbatch sembra nato per vestire i panni di Doctor Strange.
È vero che sembra nato per vestire qualsiasi panno attoriale e qui non fa altro che confermare la sua versatilità, che gli permette di cambiare personaggio da interpretare con estrema disinvoltura e gli permette, all’interno di questo stesso film, di cambiare registro (dal comedy puro, al fantasy, al drammatico) con naturalezza e credibilità.
E poi, basta un pizzetto ed un po’ di tinta bianca per capelli ai lati del capo per renderlo visivamente identico a Stephen.
Piccola curiosità: Stephen Strange non è l’unico ruolo di Cumberbatch nel film…riuscite a scoprire quale sia l’altro, senza usare Google?
L’unico appunto che si puo’ fare a questa produzione è la velocità con la quale si svolge buona parte della vicenda (Strange passa da scettico scienziato a potente mago in pochi minuti e non si ha la percezione dei 7 anni trascorsi, ad esempio), ma è il solito scotto da pagare all’esordio di un personaggio dei comics sul grande schermo.
Come da consolidata tradizione Marvel c’è una scena mid-credits (risate) ed una scena post-credits (praticamente inutile perchè già si capiva in precedenza cosa ci dovremo aspettare per il futuro del Dottore).
Siete amanti dei film Marvel? Non perdetevelo: potreste pentirvene!
Non siete amanti dei film Marvel? Non perdetevelo: potreste saltare alla riga precedente!
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