Come si entra nel parco?
Si deve portare il vestito da cowboy da casa? E gli speroni?
No: tutto offerto dalla direzione. Ma tutto tutto, volendo.
Per tornare alla domanda iniziale: si entra da una porticina che da su un saloon che è su un vagone del treno che conduce alla stazione…alla fiera del West.

Tra gli ospiti, c’è chi tende a sfruttare il massimo di quanto sia loro messo a disposizione e chi no, proprio non ce la fa, perchè non riesce a calarsi totalmente in questo mondo virtuale. Dove tutto è vero, tranne i sentimenti.
Ma c’è anche chi ci si è calato per troppo tempo ed il gioco l’ha annoiato: non gli piace più vincere facile (in effetti, averla sempre vinta in tutti i duelli, a prescindere dalle proprie abilità, non dovrebbe essere il massimo del coinvolgimento per un giocatore).
Qualcosa si nasconde sotto la superficie, così come una mappa si nascondeva sotto uno scalpo: che sia l’unico modo per sconfiggere la ripetitività dell’esperienza?

Intanto altri androidi sembrano avere più di un problema relativo alla loro dimensione artificiale, malfunzionamenti che vanno riparati, ma stiamo attenti alle ‘anestesie’, che poi , caro dottore, “ti devo una pinza, ce l’ho nella panza”.
Sempre in tema di citazioni musicali, continuano quelle del pianoforte automatico (stavolta ci sono i Radiotesta). E poi appaiono perfino alcuni alberi di Joshua, che nel deserto del West sono di casa, come gli indiani.