Con il 2016 alle spalle, bisogna proprio dire che quello appena trascorso è stato un grande anno per le serie TV. Stranger Things, The Expanse, The Crown, Daredevil Season 2 e infine, tutto sommato, anche The OA, hanno lasciato il segno. Ed è di fine 2016 anche Travelers, serie targata nuovamente Netflix proposta in quel di ottobre un po’ in sordina ma che merita una piccola standing ovation.
Chi sono i Travelers? Semplice, sono viaggiatori del tempo.
In un non precisato futuro l’umanità ha raggiunto un livello tecnologico avanzatissimo. Ciononostante le cose non vanno proprio bene per noi omuncoli. Per questo motivo il “Direttore” decide che la soluzione migliore sia mandare nel passato (un vago 21esimo secolo molto simile ai giorni nostri) le coscienze di alcune persone che dovranno modificare gli eventi del passato per far sì che alcuni eventi chiave non si verifichino, in modo da innescare un effetto domino che migliori il presente-futuro.
Le coscienze di questi Travelers (Viaggiatori) sono ospitate nella menti di persone che “stavano” per morire, per essere certi di non modificare drammaticamente il corso della storia. Quindi un momento prima hai un arrogante studentello, l’attimo dopo l’arrogante studentello diventa un navigato ingegnere molto vecchio ma dalle sembianze di quello stesso giovane.
I team di Viaggiatori sono composti da un Team Leader, un medico, un ingegnere, uno stratega e – ovviamente – da uno storico, che ha il compito di conoscere a memoria eventi storici, le date delle morti e… i risultati delle competizioni per poter finanziare le operazioni con qualche scommessa ben piazzata…
Travelers riesce a mescolare benissimo trame avvincenti, personaggi dal fumoso passato nel futuro che devono fronteggiare il “loro” presente nel presente (chiaro no?!?), tecnologia contemporanea e avveniristica, lasciando a quest’ultima anche il ruolo di deus ex (alleluja!) tanto caro ad ogni amante della fantascienza.
Avremo storie che si mescolano secondo due concept cardine: la missione assegnata dal Direttore che i Travelers devono portare a termine e la necessità per ciascun Viaggiatore di fare in modo che la vita del loro ospite non subisca evidenti scossoni per non bruciare la copertura. Da qui il vecchio ingegnere che deve risolvere problemi da teenager, la brillante dottoressa del gruppo che è ospitata dal corpo di una ragazzina appena ventenne affetta da ritardo mentale, lo storico che ha a che fare col problema di dipendenza da eroina del suo ospite e così via.
Travelers è una serie ottimamente congegnata, i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro e ognuno dei dodici episodi della season one tira l’altro (eccetto forse uno, troppo onirico che non aggiunge fondamentalmente nulla alla storia). Quando poi i Viaggiatori si rendono conto che le loro azioni hanno chiaramente conseguenze sul futuro ma che questo futuro non è più lo stesso da cui sono partiti, la faccenda si fa seria… Ben fatto Netflix!
PS. il protagonista della serie, l’agente FBI Grant Mac Laren, è interpretato da Eric Mc Cormack, il Will di Will e Grace, che si presenta in una salsa molto più dark…
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