[Review] Mafia III [Hangar 13 / PC Windows, PS4, Xbox One]

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Non mi sembra vero. Dopo quasi quattro anni ad ascoltare voci di corridoio, a più di un anno dal primo trailer ufficiale, Mafia III è finalmente sugli scaffali. Dal primo istante in cui appare il menu principale, esaltati dalle note di All Along The Watchtower, entriamo nel mood ideale per affrontare quest’esperienza di gioco. Le aspettative sono ovviamente molto alte, quasi ai confini dell’overhype. E’ un peccato constatare dopo poche ore di gioco quanto il titolo Hangar 13 sia effettivamente un prodotto dalle due facce.

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L’aspetto più entusiasmante di Mafia III è senza dubbio la trama: Louisiana, anno 1968. Un giovane veterano del Vietnam, Lincoln Clay, dopo essere stato congedato con onore dalle forze speciali dell’esercito degli Stati Uniti, fa ritorno a Delray Hollow, un piccolo sobborgo di New Bordeaux (la rappresentazione fiction dell’attuale New Orleans). A partire da questo momento, il giocatore è chiamato a rivivere la storia di Lincoln tramite i ricordi dell’ex agente della CIA ed amico, John Donovan, e lo zio adottivo: Padre James Ballard.

La colonna sonora è la vera ciliegina sulla torta: Jefferson Airplane, Creedence Clearwater Revival, Iron Butterfly, James Brown, Johnny Cash, Rolling Stones… non c’è niente di meglio che concentrare in un solo gioco più di cento brani originali del periodo per aggiungere quel tocco in più al titolo, specialmente quando la musica irrompe nelle sequenze di gioco più cariche di pathos e azione: fuggire dalle forze dell’ordine sulle note di Born To Be Wild ha davvero un suo perché.

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Sono gli anni del rock, delle muscle car, ma anche gli anni della guerra in Vietnam, delle discriminazioni razziali e degli omicidi di Bob Kennedy e Martin Luther King. New Bordeaux è una città in cui si mescolano numerose culture, molte delle quali non si vedono di buon occhio. In certi quartieri, basta il colore della pelle sbagliato per passare delle grane. Anche durante dialoghi affiora un certo razzismo, ma come giustamente dichiarano gli sviluppatori: è necessario per rendere realistico lo scenario di gioco.

Il politically correct, giustamente, non è incluso nella confezione.

Purtroppo il secondo volto di Mafia III è rappresentato dai numerosi difetti su cui è davvero difficile chiudere un occhio. Il comparto grafico si dimostra sviluppato in maniera piuttosto superficiale: si riscontrano numerose imperfezioni e l’implementazione delle luci è a dir poco fastidiosa, specialmente durante la guida, quando il sole risulta talmente abbagliante da rendere difficile, se non impossibile, il controllo dell’auto. Seguendo le impostazioni di luminosità del gioco, durante le missioni ambientate di notte, il raggio di illuminazione dei fari è pressoché inesistente: difficile vedere la strada se si procede in zone scarsamente illuminate.

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Le meccaniche del gameplay sono particolarmente fedeli ai canoni del genere. Il sistema di combattimento è ben realizzato. Il sangue scorre a fiumi, anche se non si capisce per quale motivo la distinzione tra uccisioni letali o non letali sia stata inserita all’interno delle opzioni e non integrata nel gioco stesso, avrebbe contribuito di sicuro ad aumentare il realismo. Anche l’intelligenza artificiale risulta parecchio limitata: durante gli scontri a fuoco gli avversari spesso si buttano in campo aperto, non cercando minimamente copertura, neanche durante la ricarica delle armi.

L’aspetto che più tende ad inficiare sulla giocabilità di Mafia III resta purtroppo la tremenda ripetitività delle missioni, quasi sempre delle semplici variazioni sul tema. Per arrivare al cattivo di turno e spingerlo allo scoperto, dovremo mettere a repentaglio le sue attività illecite, interrogando o uccidendo lo scagnozzo di turno, distruggendo risorse o appropriandoci del denaro incassato dal racket. Svolto il nostro compitino, avremo quindi l’opportunità di trovarci faccia a faccia con il boss di quartiere, sfidarlo e prendere il controllo della sua attività per poi riassegnarla ad uno dei nostri uomini.

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Non ci vorrà molto per rendersi conto di quanto il gioco si dimostri lineare e povero di contenuti. Siamo ormai abituati a free-roaming che offrono un’ambientazione dettagliata, ampie possibilità di customizzazione, ed una serie di attività collaterali che spezzano il ritmo del gioco senza distogliere troppo il giocatore dall’obiettivo finale.  Anche se gli sviluppatori sembrano essere corsi ai ripari con le ultime corposissime patch, l’esperienza di gioco è già seriamente compromessa da una progettazione non all’altezza delle aspettative.

Se non fosse per le ottime scene animate e la straordinaria colonna sonora, non staremmo certo parlando di un titolo in grado di raggiungere la sufficienza. Se avete a cuore la musica di quel periodo, se vi sentite attratti da quell’intrigante miscuglio culturale che ha sempre contraddistinto la patria del jazz, se vi piacciono le storie di vendetta, allora troverete in Mafia III quel livello di dettaglio che vi consentirà di giocarlo fino alla fine senza troppi pensieri. In caso contrario, togliete pure un punto alla valutazione finale e concentrate le vostre attenzioni su altri titoli. Un altro best-seller mancato.

 

6

L’attesissimo titolo Hangar 13 lancia la sfida a GTA.

  • Colonna sonora da 10 e lode
  • Eccellenti scene animate
  • Terribilmente ripetitivo
  • IA limitata
  • Graficamente migliorabile
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