No Man’s Sky: la recensione di una patacca!

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3

  • Grafica accattivante
  • Monotono e ripetitivo
  • Interfaccia inadeguata
  • Poco curato nei dettagli

18.446.744.073.709.551.616 pianeti. Difficile scrivere questa cifra senza ricorrere al “copia e incolla”, ma è proprio questo numero spropositato alla base dell’ambiziosissimo progetto della britannica Hello Games.

No Man’s Sky si colloca nella rinnovata nicchia dei giochi di esplorazione spaziale, con l’intenzione di strappare una bella fetta di sostenitori a titoli come Elite: Dangerous ed al prossimo Star Citizen.
Le premesse fatte sin dalla presentazione ufficiale hanno da subito attirato l’attenzione del pubblico,incuriosito dalle infinite possibilità offerte da un’ambientazione così sconfinata.
L’intero cosmo è infatti generato mediante un complesso sistema procedurale che definisce ogni singolo aspetto del gioco: le stelle, i pianeti, la composizione dell’atmosfera, le precipitazioni, la flora, la fauna… anche i versi delle creature aliene sono creati da un algoritmo. Un titanico Big Bang digitale.

Fortunatamente i tempi di caricamento non sono direttamente proporzionali alla grandezza dell’universo. Il gioco inizia senza troppi fronzoli, senza presentazione né tutorial.

Ci troviamo ai confini della galassia, su un pianeta sconosciuto, la nostra nave è precipitata e dobbiamo quanto prima provvedere alle riparazioni per poterci rimettere in viaggio

Tramite un menu è possibile accedere a tre elementi principali: la nostra tuta spaziale, l’astronave, ed una curiosa pistola capace di scindere il bersaglio negli elementi chimici che lo costituiscono: il Multi-Tool.

Grazie a quest’accessorio, potremo infatti recuperare tutto il materiale che ci serve per le riparazioni con estrema semplicità: basta sparare ad una roccia per ottenere il metallo in essa contenuto e rimettere a nuovo tutti i dispositivi del veicolo spaziale.
Oltre all’ordinaria manutenzione, tutto il nostro l’equipaggiamento necessita di essere ricaricato con il giusto combustibile: alla nostra astronave serve plutonio, pertanto dovremo cercare di ricavarlo dalle sorgenti giuste, ritrovandoci presto a passare al pettine metri quadrati di superficie planetaria senza esserci ancora staccati dal suolo.

No Man's Sky

Durante le nostre operazioni di deturpamento del territorio, è facile imbattersi nelle bizzarre creature che popolano il pianeta e, nel caso non si rivelino ostili, potremo fotografarle e catalogarle, guadagnando così preziosi crediti.
Oltre alla fauna aliena, infatti, esistono anche tre razze superiori con le quali potremo interagire e commerciare visitando le loro strutture ed utilizzando i suddetti crediti.
Le conversazioni con gli alieni in principio risulteranno difficoltose: ogni sessione di dialogo è una sorta di mini puzzle in cui ci vengono mostrate in chiaro solo le parole a noi conosciute. Un’interazione corretta non solo aumenterà il nostro status nei confronti della razza aliena coinvolta, ma potrebbe anche premiare il giocatore con qualche oggetto aggiuntivo.

La grafica di No Man’s Sky è molto lontana dai canoni del genere.
Lo stile è semplice, ma allo stesso tempo accattivante. I paesaggi planetari, pur non eccedendo nei dettagli, hanno sempre colori estremamente vivaci, carichi e brillanti, quasi lisergici.
Anche la colonna sonora dalle tinte post-rock costituisce, insieme agli effetti ambientali, un sottofondo estremamente rilassante.
Niente di entusiasmante, ma tuttavia parecchio efficace e soprattutto non invadente.

No Man’s Sky

Nonostante le premesse appaganti dal punto di vista sensoriale, è la giocabilità di No Man’s Sky a suscitare parecchie perplessità.

Dopo qualche ora di sublimazione, l’intera esperienza di gioco si sgretola di fronte ad una ripetitività a dir poco frustrante

Per quanto possa essere gratificante arrivare per primi su un pianeta, rivendicarlo, dargli un nome e catalogare tutte le sue specie viventi, tutto si riduce ad un noiosissimo accumulare risorse, spostarsi da un pianeta all’altro e ricominciare tutto daccapo.

Oltre alla ripetitività, No Man’s Sky sembra essere privo di tutti quegli aspetti che rendono l’esperienza di gioco gradevole e fruibile nel lungo termine, a volte per mancanza di cura nei dettagli, a volte per una totale assenza di meccaniche di gioco fondamentali per il genere.

Non c’è profondità: è possibile tagliare alla base una sezione di un intero monolito di oro massiccio e vedere quello che resta della struttura fluttuare a mezz’aria.
Nessuno pretende il realismo totale ed un motore fisico maniacale, ma è quantomeno legittimo aspettarsi una corretta implementazione della forza gravità, specialmente in un titolo che ha che fare con lo spazio.

Non c’è strategia: la sola differenza tra un modello di astronave e l’altro, è semplicemente nel numero massimo di slot inventario disponibili. Stessa cosa per le innumerevoli versioni del Multi-Tool: oltre alla pura estetica, la differenza è solamente negli numero di slot disponibili.

La gestione dell’inventario è davvero sconcertante: spostare gli oggetti tra tuta e navicella è particolarmente tedioso e poco pratico, complice un’interfaccia molto spartana e sicuramente migliorabile.
Disponendo dei progetti e dei materiali giusti, è possibile potenziare le statistiche dei nostri dispositivi fabbricando degli appositi upgrade. Peccato che una volta installati, gli aggiornamenti continuino ad occupare gli slot dell’inventario, riducendo ulteriormente le nostre già esigue capacità di carico.
Il sistema di controllo dell’astronave è anch’esso molto approssimativo e limitato. Fortunatamente questa sensazione si avverte solo in parte durante il gioco in orbita, ma la frustrazione diventa rilevante non appena si plana sulla superficie dei pianeti, dove anche effettuare un semplice atterraggio in una posizione ben precisa può diventare un problema.
Navigando all’interno dei menu di gioco, è palese che l’intera interfaccia sia stata progettata a partire dai controller di casa Sony, senza accertarsi che la controparte PC fosse quantomeno fruibile.

No Man’s Sky

No Man’s Sky è quindi destinato a diventare uno dei titoli più chiacchierati dell’anno, proprio per aver deluso tutte le numerose aspettative generate durante tutta la sua fase di sviluppo. Colpevoli forse una campagna di marketing molto aggressiva ed un team di sviluppo non sempre cristallino nell’esporre le peculiarità del progetto.

Ci troviamo di fronte un prodotto non all’altezza della proposta, incapace di costituire una sfida vera e propria, in cui vengono mancare quegli ingredienti in grado di tenere il giocatore incollato allo schermo

Lo stesso sistema procedurale, per quanto rivoluzionario o spacciato come tale, non garantisce quella varietà di contenuti tanto pubblicizzata, facendo passare No Man’s Sky per un rinvigorito clone di Spore.

L’assenza del multiplayer, l’inadeguatezza del sistema di controllo, la monotonia delgameplay, non giustificano l’acquisto di un prodotto venduto a prezzo pieno (60€).

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