Deus Ex: Mankind Divided: la cyber recensione!

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7

  • Ambientazione eccezionale
  • Qualche bug di troppo

A cinque anni dal precedente capitolo, con Deus Ex: Mankind Divided ritorna la celebre saga cyberpunk che ha lasciato il segno nel panorama degli Stealth-RPG, riprendendo esattamente dal punto dove questa era stata interrotta.
In un futuro non tanto remoto, l’umanità si affida alle tecnologie cibernetiche per superare i limiti imposti dal proprio corpo, impiantandosi arti meccanici e dispositivi che permettono d’interfacciarsi direttamente con le macchine.
Nell’anno 2027, quando ormai la simbiosi uomo-macchina sembrava destinata ad un futuro promettente, un incidente su scala planetaria noto come “Incidente dei potenziati”, cambiò radicalmente il pensiero dell’opinione pubblica sull’utilizzo delle protesi cibernetiche: i biochip di controllo delle protesi furono deliberatamente manomessi per scatenare un’incontrollabile violenza omicida nelle persone, provocando più di cinquanta milioni di vittime.
Come diretta conseguenza dell’incidente, la popolazione comincio a vedere con disprezzo i portatori di protesi cibernetiche, tanto da generare una serie di fenomeni di segregazione e razzismo.

In Deus Ex: Mankind Divided, vestiremo nuovamente i panni di Adam Jensen, un ex poliziotto potenziato protagonista del precedente episodio e attualmente membro della Task Force 29, un’unità speciale dell’Interpol specializzata nelle operazioni anti-terrorismo.
E’ proprio all’inizio di una delle missioni della TF29 che inizieremo a prendere il controllo di Adam, familiarizzando con tutti i suoi potenziamenti e con l’armamento base.
Una volta completata la missione tutorial, ci ritroveremo coinvolti in una serie di eventi che inaspriranno ulteriormente i rapporti tra non potenziati e potenziati su scala globale.

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Il sistema di controllo è semplice e intuitivo.
Oltre ai tradizionali controlli in prima persona, è presente anche un sistema di copertura per nascondersi agevolmente dietro ai ripari ed aggirare gli ostacoli.
Rispetto ad altri titoli, il sistema di puntamento delle armi non si è rivelato molto preciso, ma a meno che non si debbano affrontare scontri a fuoco particolarmente concitati, questo non dovrebbe costituire un grosso problema.

Rispetto al precedente capitolo, purtroppo, non sono stati fatti grandi passi avanti con l’interfaccia di gestione dell’inventario, costituito da una semplicissima griglia all’interno della quale è possibile posizionare gli oggetti occupandone gli slot liberi. Sebbene questo sistema possa sembrare la soluzione ideale per evitare il classico sovraccarico di oggetti parecchio ingombranti, una gestione particolarmente frettolosa dell’inventario ne comporta immediatamente il riempimento.
È necessario pianificare attentamente la nostra strategia di gioco per poterci liberare all’istante degli oggetti inutili.

Deus Ex: Mankind Divided è graficamente al passo coi tempi: non è necessario un pc dalla configurazione estrema per soddisfarne i requisiti raccomandati.
Le mappe sono molto piccole rispetto ai classici RPG Free Roaming, ma sono ricche di dettagli e piacevoli da esplorare.
La Praga del 2029, dove si svolge gran parte della trama, è stata efficacemente realizzata, mescolando i caratteristici tratti architettonici ad una naturale aura cyberpunk ricca di degrado e paranoia.
Nella versione PC, grazie all’ultima e corposa patch che verrà rilasciata da Eidos, Deus Ex: Mankind Divided offrirà il completo supporto delle DirectX 12 a partire dal 19 settembre.

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Il sonoro di Deus Ex: Mankind Divided è senza infamia né lode: i suoni ambientali sono piacevoli e ben realizzati, ma la colonna sonora è semplicemente un sottofondo, talvolta monotono, che parte in crescendo nelle fasi più movimentate del gioco.
Come nel suo predecessore, è presente ancora qualche problema nella sincronizzazione dei labiali durante i dialoghi. Niente di fastidioso, salvo quando intere sessioni di dialogo sembrano un siparietto tra ventriloqui.

Anche se l’approccio furtivo resta indiscutibilmente il più divertente da adottare in giochi di questo tipo, è possibile completare gli obiettivi in diversi modi, adottando un comportamento più o meno fragoroso.
Come nella Director’s Cut del suo predecessore, è possibile anche evitare il combattimento con i consueti “boss di fine livello”, a patto di adottare la strategia giusta.
Il sistema di gioco non ci premierà diversamente per essere arrivati alla soluzione in un modo piuttosto che in un altro, ma allo stesso tempo alcuni elementi della narrazione e dei dialoghi subiranno delle lievi variazioni in funzione del nostro comportamento, contribuendo notevolmente allo sviluppo della trama.

Lo sviluppo del personaggio è interamente basato sui suoi potenziamenti: guadagnando punti esperienza, otterremo dei Praxis Kit, utilizzabili per sbloccare tutte le capacità cibernetiche di Jensen.
In aggiunta alle modifiche sul proprio corpo, Jensen può fare affidamento sul suo equipaggiamento. Le armi che possiamo scegliere sono parecchio limitate: pistola, fucile di precisione, fucile d’assalto, mitragliatore e granate di vario tipo. Oltre ad avere una controparte non letale, tutte queste armi sono personalizzabili, per esempio mediante ottiche speciali, silenziatori, oppure recuperando componenti meccanici dagli scenari per incrementarne potenza, cadenza di fuoco e precisione.
Insieme alla tradizionale campagna, è inoltre presente una modalità Breach: una serie di minigame a tempo ambientati nella realtà virtuale di Deus Ex.

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L’unico aspetto che tende a minare il gameplay è la presenza di bug particolarmente fastidiosi: a volte il framerate si abbassa inspiegabilmente per qualche secondo, mentre durante le sporadiche sequenze di caricamento, il gioco è andato sistematicamente crash.
A nulla è valso ricaricare un savegame precedente: il crash si riproponeva nello stesso punto. Per quello che riguarda la gestione dei salvataggi su Steam, è stato facile raggiungere il limite di spazio del cloud, continuando a generare file incompleti ed illeggibili.
Sebbene gran parte di queste anomalie siano state risolte nel giro di pochi giorni dall’uscita mediante la consueta patch, è chiaro che ritrovarsi in una situazione simile dopo aver giocato per ore è quantomeno frustrante.

Deus Ex: Mankind Divided è un titolo che nonostante qualche palese difetto può offrire un’esperienza di gioco eccellente, merito della sua ambientazione curata e della trama ricca di mistero e cospirazione, in cui non sarete mai davvero sicuri su chi merita sul serio la vostra fiducia.
Le missioni non sono molte, alcune di queste sono collegate tra di loro, senza risultare mai troppo difficili o intricate.
E’ probabile che i più affezionati all’FPS puro possano trovarlo un gioco parecchio semplice, finendolo nel giro di poche ore, ma pregiudicando così il fascino di quei giochi d’azione che non si reggono sul frag totale, ma puntano ad un gioco più calmo e ragionato.

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