Recensione di Dark Souls 3: siete pronti a morire?

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9

  • Una sfida per gli appassionati e non
  • Un mondo ricco di dettagli
  • Gameplay perfetto
  • Miriadi di opzioni di personalizzazione
  • Storia poco ispirata che usa molti vecchi temi per celare questo problema
  • Troppi falò!

Miyazaki è tornato.
No, non quello di Totoro e di Porco Rosso.
Quello di draghi e cavalieri, mostri e magie. Quello dei Signori del Fuoco e della maledizione dei Vacui. Il papà di Dark Souls, insomma.

Anche chi non si fosse mai cimentato con i primi episodi, conosce benissimo la sinistra fama di questa saga che si distingue per la spietata difficoltà (a volte insopportabile).
E questo terzo capitolo della nipponica From Software non è da meno e presenta alcuni dei boss più difficili di sempre.

Bisogna subito ammettere che Dark Souls 3 non introduce molti elementi di novità in un gameplay ormai rodato e praticamente perfetto.
L’unica innovazione nel sistema di combattimento è data dalle peculiari abilità speciali di ogni arma, che forniscono bonus e moveset unici, e dalla presenza di una fiaschetta Estus per ricaricare i punti Focus spesi per lanciare stregonerie e miracoli, una specie di ritorno a Demon’s Souls insomma.
Da Bloodborne invece, Dark Souls 3 eredita movimenti molto più fluidi e rapidi, con animazioni praticamente perfette.
Dato che squadra che vince non si cambia, l’esperienza ludica risulta immediatamente di primissima qualità: solo nei titoli targati From Software si riesce a apprezzare appieno la poetica di una gigantesca ascia che spacca in due il cranio di una viverna…

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La storia, al solito criptica, è narrata nuovamente attraverso i molti indizi sparsi per il mondo celati nella descrizione degli oggetti.
Solo attraverso una attenta lettura di ognuno di questi frammenti di
lore è possibile comprendere il mondo di Lothric in cui il nosto personaggio si è risvegliato.
Dato che il tutto è volutamente colmo di gap, anche in Dark Souls 3 uno degli aspetti più interessanti è tentare di congiungere le varie informazioni per ricreare la (propria?) storia e si lascia parecchio spazio alla libera interpretazione. La profondità della narrazione, a conti fatti, è però di gran lunga inferiore a quella del gioco originale.
Il tutto è poi costellato di continui rimandi al primo episodio e, piccolo spoiler, potremo incontrare nuovamente alcuni dei personaggi più amati e tornare a combattere in alcune delle aree più belle dal passato.
A volte con un pò di amaro in bocca però…

Lothric è un mondo ricco di dettagli e, nonostante sia popolato da non morti, risulta incredibilmente vivo.
Il tema di essere i protagonisti di una vicenda a valle di cambiamenti epocali vale anche per Dark Souls 3.

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Graficamente è un gioiello, tanto quanto Bloodborne.
Il design dei boss è sempre molto convincente.
Sono stati anche apprezzati alcuni boss che non sono particolarmente ostici ma che offrono un tipo di sfida più orientata alla risoluzione di un enigma che al mero combattimento.
Lo sviluppo delle mappe è, come per Dark Souls 2, più orizzontale che verticale, e quindi anche in Dark Souls 3 mancano quei momenti di stupore in cui, alla fine di un tortuoso labirinto, ci si imbatte in locations visitate in precedenza.

L’interfaccia e i controlli sono sostanzialmente inalterati e permangono purtroppo in alcuni combattimenti o sezioni problemi legati al movimento della telecamera che comunque non pregiudicano l’esperienza. Git gud insomma!

 

 

Oltre agli effetti audio di alta qualità, la colonna sonora serve principalmente per sottolineare gli scontri contro i boss.
In un mondo in cui gli unici suoni sono le urla e i lamenti delle anime dannate che lo popolano, ogni giocatore sa che quando i tamburi iniziano a rullare, la faccenda si sta facendo dannatamente seria…

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Anche dopo aver completato il gioco, a fatica ovviamente, il titolo offre ancora moltissimi modi per ampliare l’esperienza. Decine e decine di armi diverse, piromanzie, stregonerie, miracoli.
Le combinazioni sono tantissime.
Si tratta ovviamente una enorme mole di content per gli euro spesi per il titolo.

Insomma, Dark Souls 3 ha tutto quel che serve per convincere! Pur risultando leggermente inferiore al Dark Souls originale in termini di design e a Bloodborne per quel che concerne il livello di ispirazione generale, Dark Souls 3 è sicuramente un must own per tutti gli appassionati e non. Preparatevi nuovamente a morire. Molte volte.

 

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