Brutti, sporchi e cattivi.

Brutti non proprio tutti, ma sporchi sì e cattivi sicuramente.
Quella sporca mezza dozzina, allora.

Al cuor si comanda: per un motivo o per un altro, con il solito trucco del mini-esplosivo iniettato nel collo (già in giro dal 1997, non come anno, ma come film) una squadra di criminali è obbligata a svolgere un lavoraccio per conto di agenzie governative che l’ unico supertizio di cui ci si fidava (più o meno) pare sia supermorto.

E per farlo devono recarsi in una città semideserta, di notte, da soli…(ma fate sul serio? 2016: fuga da Midway City?).

Suicide Squad parte alla grande, in stile molto fumettoso, gran ritmo, colonna sonora azzeccatissima ed un paio di cameo di quelli importanti.

Poi tutto viene giù, come un elicottero abbattuto.

Che ci siano dietro ripensamenti dell’ ultim’ ora o cambi di rotta post “Batman v Superman”, il film ne risente e ci perde.

Sarà che sembra sempre che DC sia alla perenne rincorsa di Marvel, ma, anche stavolta, la fretta è stata cattiva consigliera: il Joker di Jared Leto, ad esempio, è stato ampiamente tagliato in fase di montaggio e così rimane un senso di incompiuto, di un personaggio non finito e non delineato come ci aspettavamo dal faraonico battage pubblicitario.

Le consuete atmosfere dark dei film DC, sono stavolta condite con molta ironia che, spesso, salva la scena.