SEQUEL: QUANDO IL DÜ È MEGLIO CHE L’UÀN

Sequel: una parola che fa venire i sudori freddi.
A chi deve girarli e a chi deve guardarli.
Perchè quando si fa un film di grande successo, spesso si viene praticamente obbligati a mettere in cantiere il numero 2.
E quasi sempre il sequel non è all’altezza del primo.
Oggi, però, vogliamo parlare dei tentativi riusciti, di quei sequel che abbiano mantenuto alto il livello.

O che abbiano, addirittura, superato il numero 1.

TERMINATOR 2: IL GIORNO DEL GIUDIZIO

Terminator fu girato da James Cameron come un film a relativamente basso costo, al quale pochi davano credito.
Lo stesso protagonista, Arnold Schwarzenegger, lo definì così: “Oh, un film di m**da che sto facendo, occuperà un paio di settimane”.

Invece fu un successo.

Costato 6 milioni di dollari, ne incassò quasi 80 nel 1984.
7 anni dopo, il sequel Terminator 2: il Giorno del Giudizio, costerà circa 100 milioni. Il film più costoso mai prodotto fino a quel momento.
15 milioni vanno a Schwarzenegger, che dice 700 parole in tutta la pellicola.
Quindi, solo per pronunciare la frase “Hasta la vista baby”, il buon Arnold ha intascato $85.000!
“Buon Arnold” perchè aveva promesso che non avrebbe più interpretato ruoli da cattivo nel futuro (invece sarà Mr.Freeze nell’orrendo Batman & Robin).
Gli incassi globali del sequel di Terminator superarono i 500 milioni di dollari.
Un successo strepitoso al botteghino, ma anche agli occhi dei fan.
Il grande utilizzo della computer graphic ha reso le imprese del vecchio T-800, impegnato a fronteggiare il nuovo modello di terminator, il T-1000, un’esperienza visiva rivoluzionaria per l’epoca.
Con effetti speciali che,  tutt’oggi, non danno l’impressione di essere di un’altra era geologica.
E poi c’è quel pizzico di ironia in più, che non stona affatto.
La trama era, ancora, plausibilissima e perfettamente integrabile con il primo film del franchise.
Sequel batte numero 1, in questo caso.

Tra breve potremo vedere al cinema anche la versione in 3D di Terminator 2. Per gli amanti del genere.

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

Ci piace vincere facile.
Il Silenzio degli Innocenti è uno dei capolavori della storia del cinema.
Un ispiratissimo Anthony Hopkins ci regala un’interpretazione magistrale, in perfetta sintonia con Jodie Foster: entrambi vincitori del Premio Oscar. Premio vinto anche per il miglior film, la miglior regia e la miglior sceneggiatura.

Non male per un sequel.

Il film di Jonathan Demme del 1991, infatti, è il successore di Manhunter: frammenti di un omicidio, del 1986.
Che vide la prima apparizione sullo schermo cinematografico di Hannibal Lecter (qui chiamato Lecktor), interpretato da Brian Cox.

Tutto un altro spessore. Tutto un altro film.
Oggi se c’è gente che ancora va a riguardarsi Manhunter, lo fa per merito del suo meraviglioso sequel.

IL CAVALIERE OSCURO

Secondo capitolo della trilogia di Christopher Nolan dedicata a Batman.
Se il primo, Batman Begins,  soffriva un po’ della debolezza del villain di turno, lo Spaventapasseri, ne Il Cavaliere Oscuro troviamo uno dei cattivi più riusciti dei cinecomic di ogni tempo.
Heath Ledger interpreta un Joker perfettamente azzeccato nella sua giocosa follia.
Peraltro il termine di paragone più vicino, in ordine cronologico (per lo stesso ruolo) era quello di un certo Jack Nicholson.
Ledger ha vinto la sfida, impreziosendo il film con un personaggio imprevedibile e totalmente abbandonato alla propria psicopatia.
Certamente Batman Begins è un ottimo film, ma la presenza di un Joker di questo livello, porta Il Cavaliere Oscuro perfino a battere il suo predecessore.

L’IMPERO COLPISCE ANCORA

Il successo inaspettato di Star Wars, nel 1977 (ne parliamo qui), fece sì che George Lucas potesse mettersi all’opera per il sequel del suo leggendario film.
Più soldi a disposizione, più mondi, più effetti speciali.
Ma sono stati gli eventi narrati ne L’Impero ad aver portato il franchise ad un livello superiore.
Luke va su Dagobah per essere istruito nelle vie della Forza da Yoda.
Poi deve scontrarsi, in un iconico duello con spade laser, con Darth Vader.
E qui c’è uno dei colpi di scena più clamorosi di tutti i tempi, con la rivelazione della vera identità di Vader come Anakin Skywalker, padre di Luke.
Ancora oggi, alla 364 visione, si stenta a trattenere un sussulto, quando si arriva a quella sequenza!
L’Impero Colpisce Ancora è il punto più alto della trilogia classica di Star Wars. E, quindi, di tutta la saga.

GUARDIANI DELLA GALASSIA, VOL.2

Il numero 1 è stato quasi un fulmine a ciel sereno: un film di fantascienza al passo coi tempi, incastonato nell’universo cinematografico Marvel, ma libero di viaggiare per la Galassia proponendo mondi e creature incredibili. Il tutto condito da un umorismo fuori dal comune e da effetti speciali degni della seconda decade degli anni 2000.
Bravo James Gunn! Come? Ora fai un sequel? Ahia…
Invece il regista e sceneggiatore ha tirato fuori il secondo coniglio dal cilindro, confezionando una pellicola ancora più riuscita della precedente.
Gli ingredienti sono gli stessi, ma con l’aggiunta di un’analisi delle dinamiche all’interno delle (piuttosto bizzarre) famiglie presenti.
E si riesce anche a commuoversi.
Arriverà anche il volume 3: a questo punto lo attendiamo con ansia.

(qui c’è la nostra recensione del volume 2 e qui un po’ di curiosità relative al film)

ZOMBI

George Romero ritorna nel ‘78 a trattare il suo argomento favorito, dopo La notte dei morti viventi, di 10 anni precedente.
Dawn of the dead (l’alba dei morti viventi, dopo la notte e prima di Day of the dead), è uno dei superclassici a tema zombie.
L’assedio al centro commerciale, da parte dei morti che camminano, è una delle pagine più riuscite del cinema horror-claustrofobico.
Dal bianco e nero del primo capitolo si passa al colore di questa pellicola, arricchita anche da un certo humor nero.
Romero venne aiutato da Dario Argento che contribuì al montaggio, alla colonna sonora e curò la distribuzione europea della pellicola.
Nel 2004 ne verrà fatto un remake ad opera di Zack Snyder, al suo esordio dietro la macchina da presa. In questa ultima versione gli zombie corrono. E pure veloci.

SPIDERMAN 2

La trilogia di Raimi dedicata all’Uomo Ragno ha avuto il suo apice nel sequel, Spiderman 2 (il 3 vorremmo non fosse mai esistito).
Come si diceva per Il Cavaliere Oscuro (e come si usa dire di solito), una volta che si ha un buon villain, il film è fatto al 50%.
Ed in Spiderman 2 c’è Doctor Octopus, interpretato da Alfred Molina.
Che è un grandissimo villain, quindi il film è fatto al 75%.
Scene d’azione incredibili come quella sul treno, quella all’interno della banca e sulla parete di un edificio varrebbero da sole la visione.

STAR TREK II: L’IRA DI KHAN

 

“Khaaaaaaaaaaaaannnnnnnn!!!!!”

Punto.

RITORNO AL FUTURO – PARTE II

Fermi, fermi!
Non sto dicendo che il 2 sia meglio del primo!
Ma dobbiamo convenire che, pur essendo un film totalmente diverso, come spirito ed intenzione, Parte II è un sequel di tutto rispetto.
La poesia e la spensieratezza (nonchè la trama molto lineare) di Ritorno al Futuro, lasciano spazio ad un bailamme controllato di eventi, date, salti nel tempo, variazioni del continuum temporale, citazioni ed autocitazioni che sorprendono ad ogni visione.
Costruito splendidamente e degnissimo successore di uno dei più bei film degli anni ‘80.
La mancata partecipazione di Crispin Glover (George McFly) costrinse la produzione a riutilizzare alcune scene del primo episodio in cui era presente l’attore e a rigirarne il finale, che venne poi inserito come incipit di Ritorno al Futuro – Parte II.
Bob Gale, sceneggiatore del film, ha dichiarato che il Biff del 1985 alternativo è ispirato a Donald Trump.
Biff for President!

Nota musicale: Needles, colui che sfida Marty ad una gara tra auto, è interpretato da Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers.

THE EXPENDABLES 2

L’idea di mettere insieme tutti i principali volti (e bicipiti) degli action-movie di ogni tempo (con particolare riguardo agli anni ’80) è stata vincente per il primo capitolo.
Ma nel 2 si è andati oltre i limiti!
Il cast si è arricchito ulteriormente con Jean Claude Van Damme e le comparsate di Chuck Norris, che interpreta un personaggio simile all’idea leggendaria che si ha di lui, alimentata dai meme che circolano su internet.
C’è più humour ed ancora tanta, tanta azione in più.
Il film è disseminato di one-liner, che negli anni ’80 erano un marchio di fabbrica e qui tornano graniticamente in auge.
La scena dell’aeroporto (compresa la parte tagliata che vede il tennista Novak Djokovic protagonista), condensa tutto il meglio dei film del genere.

 

 

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