Wonder Woman: in contemporanea con l’uscita del film a lei dedicato, andiamo alla scoperta di uno dei personaggi più iconici, sfaccettati e male interpretati del fumetto americano.
Wonder Woman è il fumetto con protagonista femminile più famoso al mondo.
Non solo: insieme a Batman e Superman è uno dei fumetti più longevi della storia.
Ma, al contrario di quasi tutti gli altri fumetti, la “Donna Meraviglia” ha avuto una genesi del tutto eccezionale, con uno scopo peculiare, in un periodo storico particolare.
GLI ANNI ‘40
Wonder Woman è uno dei personaggi più importanti dell’iconografia pop americana.
Uno status che ha raggiunto grazie ad una lunga storia di fumetti ed incursioni negli altri media, come serie tv e film, che l’hanno cristallizzata nell’immaginario collettivo.
William Moulton Marston, psicologo laureato ad Harvard, ideò Wonder Woman nel 1941, in piena Golden Age dei fumetti.
In realtà, lui stava pensando ad un supereroe maschio di nuova concezione. Un supereroe che non si facesse largo con la forza dei pugni, ma con quella dell’amore.
Qualcuno con un grido di battaglia tipo: “L’amore vince sempre sull’odio”, magari.
E sua moglie, Elizabeth, gli disse: “Bene, ma falla femmina”.
Una eroina con “la forza di Superman, combinata con il fascino di una donna bella e brava”, secondo la sua descrizione di Suprema (questo il primo nome pensato per la futura Wonder Woman).
Sembra facile oggi, ma eravamo all’inizio degli anni ‘40.
Certo, in America stava emergendo una nuova generazione di donne.
Che, di fronte agli orrori della guerra, stava prendendo coscienza di un diverso ruolo, più attivo, all’interno della società.
Si era esaurita la battaglia per il diritto di voto alle donne, battaglia di cui Marston fu un fiero sostenitore. Egli le riteneva non solo pari agli uomini, ma superiori.
Wonder Woman è perciò nata come punto di riferimento con l’intento di ispirare tutte le ragazze a realizzare il proprio potenziale.
E predisporre i ragazzi che leggevano i fumetti al matriarcato che, secondo Marston, si sarebbe instaurato dopo la Seconda Guerra Mondiale.
IL PAPÀ, LA MAMMA E LA MAMMA DI WONDER WOMAN
Marston voleva dare alle donne della sua epoca un’icona con cui identificarsi.
Un’icona molto particolare, pensata e cresciuta da una famiglia allargata.
Una famiglia composta da William, Elizabeth Marston ed Olive Byrne.
Chi è Olive?
Una donna con cui Marston ebbe una relazione.
Relazione ben nota alla moglie Elizabeth.
Elizabeth che accettò di vivere con marito ed amante per diversi anni.
Elizabeth che chiamò una figlia Olive.
Dopo la morte di William, le due donne hanno convissuto per altri 30 anni.
Marston e famiglia vedevano l’amore in maniera non convenzionale, sicuramente.
Olive Byrne era la nipote di Margaret Sanger, paladina di numerose battaglie femministe atte a garantire l’accesso ad educazione sessuale, contraccezione ed interruzione di gravidanza.
E Wonder Woman venne dotata di alcuni gadgets che, oltre ad essere potenti armi nelle sue mani, sono anche precise allegorie studiate da Marston stesso.
LE ARMI E LE ALLEGORIE
Le armi di cui Marston dotò la sua Wonder Woman condensano nella loro essenza, idealmente, anche alcuni aspetti della vita amorosa, cari al fumettista-psicologo.
I Bracciali della Sottomissione, sono appunto una creazione originale di Marston (ispirati ad un paio di bracciali portati da Olive Byrne).
Sono l’allegoria della filosofia sull’amorosa sottomissione ed il controllo emotivo associato ad essa per equilibrare la forza dell’ego umano (e respingono i proiettili).
Il Lazo della Verità rappresenta lo charme femminile che obbliga, chi ne fosse catturato, ad obbedire alla sua proprietaria (nella pratica, esso costringe a dire la verità).
Ed anche l’Aereo Invisibile, che risale al 1942, rappresenta la condiscendenza invisibile che ha permesso alle donne dell’Era della Depressione di entrare e di sopravvivere nei luoghi di lavoro ostili, dominati dai maschi (l‘aereo invisibile non puo’ mai essere rintracciato mentre si muove silenziosamente a velocità supersonica, così da non poter essere abbattuto dalle armi del Mondo degli Uomini).
LA MITOLOGIA
Wonder Woman è l’alter ego di Diana, figlia di Ippolita, Regina delle Amazzoni di Paradise Island, isola resa invisibile agli occhi degli uomini dagli dei. A partire dal rilancio del personaggio, del 1987, l’isola si chiama Themyscira (nome derivato dalla capitale delle Amazzoni nella mitologia greca).
L’isola Paradiso è abitata da sole donne, fuggite dalla Grecia per evitare di diventare schiave degli uomini.
Le Amazzoni sono tutte dotate di grande forza, velocità, resistenza fisica e sensi potenziati.
Ippolita, desiderosa di avere una figlia, scolpisce una statua di argilla.
Statua alla quale la dea della fertilità, Afrodite, dona la vita.
Diana nasce quindi senza l’ausilio di alcun uomo, ovviamente!
La giovane cresce tra le Amazzoni immortali, in pace ed in perfetta armonia con la natura di Themyscira.
La vita di Diana cambia quando Steve Trevor, un militare dell’intelligence americana, precipita con il suo aereo sull’isola durante una battaglia aerea nella Seconda Guerra Mondiale.
Viene salvato dalla giovane Diana, che è incaricata di riportare il militare nella sua terra di origine, nel “Mondo degli Uomini”.
Diana abbandona l’Isola Paradiso e si rende conto che solamente il buon senso insito nelle donne è in grado di scongiurare l’innato senso bellico degli uomini.
E visto che siamo negli anni ’40, Diana càpita nel Mondo proprio in un bel momento.
Ha subito una concreta dimostrazione della cattiveria umana.
E decide, quindi, di restare nel Mondo degli Uomini e cominciare a combattere i nazisti.
IL PERSONAGGIO
Wonder Woman è una potente guerriera.
Addestrata in tutte le tecniche militari, è in grado di combattere sui campi di battaglia del ‘900 armata di scudo, spada e bracciali, con cui deflette le pallottole.
Entra a far parte della Justice League of America, dopo un sondaggio tra i lettori del fumetto, nel 1942.
Ma vi svolge un ruolo meramente da segretaria (chi ha detto ‘femminismo’?).
Anche lei, come Kal-El (Superman / Clark Kent) deve aggirarsi sulla Terra sfruttando un’identità segreta ‘umana’, quella di Diana Prince.
Anche lei timida ed impacciata, con occhiali che la rendono completamente irriconoscibile (??).
D’altronde Suprema è quasi l’anagramma di Superman…
I suoi nemici storici sono Ares ed Ercole: emblemi di forza virile, contro i quali Wonder Woman si scaglia senza timore, a dimostrazione che la femminilità delle Amazzoni non ha necessità dell’elemento maschile.
Ed anzi, puo’ soggiogarlo e batterlo senza alcun problema.
Sovente, nei suoi combattimenti contro i criminali terrestri (quasi sempre di sesso maschile), trapela la sua avversione nei riguardi dell’indole del maschio.
Recentemente è stato chiarito che l’orientamento sessuale di Diana è bisessuale.
E non poteva essere altrimenti, vista la sua “famiglia” di origine, dedita al culto dell’amore libero.
Pare che anche una certa propensione al bondage da parte di Marston sia all’origine delle numerose scene in cui Wonder Woman appare legata in vari modi.
Sia nei fumetti che nel telefilm.
IL TELEFILM
Nel corso degli anni, dopo la morte di Marston, il personaggio ha progressivamente mutato la sua essenza ed anche la sua estetica.
Wonder Woman non ha mai sfondato nel mondo del fumetto: un mondo fino a qualche tempo fa ad uso e consumo esclusivo dei soli maschi, che non vedevano di buon occhio le avventure di questa ragazza ed i suoi ideali.
Ma negli anni ’70, Wonder Woman assurge a rinnovata popolarità grazie ad una serie tv, in cui è interpretata da Lynda Carter, ex Miss Stati Uniti nel Mondo (semifinalista al concorso di Miss Mondo 1972).
Il telefilm sarà rinnovato per sole tre stagioni.
(scoprite la location di Isola Paradiso nel nostro articolo: qui)
Il personaggio, almeno nella prima stagione, è piuttosto fedele al fumetto.
L’immagine, però, è molto cambiata rispetto ai suoi esordi.
Diciamolo pure: ora è decisamente kitsch.
Ma ricalca il look dei fumetti di quel periodo storico.
Sembra davvero difficile ricondurla alla prima ondata femminista da cui è nata, vestita in quel modo.
Pensare che negli anni ’40 ci fu una petizione per far sì che venisse disegnata con la schiena più coperta, per non turbare i giovani lettori!
In ogni caso, la serie tv, è stata il mezzo che ha fatto conoscere Wonder Woman ad una nuova generazione.
Ecco un video che raccoglie le sigle del telefilm:
IL FILM
Il film di Patty Jenkins si rifà molto fedelmente alle origini del personaggio, perdendo l’atmosfera kitsch e tornando alle fondamenta sulle quali è stata costruita e pensata l’eroina di Marston.
A partire da una nuova (e più credibile) immagine, con Gal Gadot a vestire panni di Wonder Woman. L’attrice e modella israeliana condivide con Lynda Carter la vittoria al concorso di bellezza della propria nazione (chi ha detto ‘femminismo’?).
Una innovazione accolta positivamente, come avevamo già visto in Batman v Superman, è il costume di Wonder Woman: non ricorda più quello di una circense. Con le stelle sui mutandoni!
Ora il suo look è quello di una vera guerriera.
Naturalmente rimangono la Tiara, che simboleggia il suo essere Principessa dell’Isola Paradiso (pardon: di Themyscira) e l’Aquila sul corpetto, cucito amorevolmente da mamma Ippolita.
E sì, c’è quella polemica sulle ascelle depilate…ma dopo tutto, vogliamo ridurci a questo?
“Wonder Woman” uscirà nei cinema italiani il 1° giugno 2017.
Leggi la nostra recensione del film.
Questo è il trailer finale:
Rivedremo la Principessa delle Amazzoni anche nel film “Justice League”, in uscita il 16 Novembre 2017.
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