Le stampanti 3D continuano a lavorare a pieno ritmo per creare ogni più piccolo particolare degli androidi di Westworld, ma i bug cominciano ad essere sempre più numerosi e preoccupanti: il reset notturno, bypassato dai ricordi latenti nelle menti artificiali, rischia di diventare un inutile spreco di energia elettrica?
Il computer-capriccio farà presto saltare gli schemi, mentre alcune storyline vengono cambiate per dare una rinfrescata agli schemi che non saltano, sempre sullo sfondo di panorami mozzafiato del Vecchio Ovest, ai quali fa da contraltare la fredda atmosfera delle camere del centro assistenza degli androidi.
Un “giovane” Anthony Hopkins racconta di quando le stampanti erano ad aghi a Westworld, mentre un veloce crossover con The Walking Dead, ed uno con Stargate portano sulle tracce di una misteriosa banda mascherata e dell’ospite vagabondo del titolo della puntata.
Che si perde in giro, chissà dove e chissà perchè? E poi, quando lo trovano, non è che la prenda benissimo: chissà perchè?
L’intrigo si fa sempre più profondo, il creatore del parco non era da solo, durante quegli stentati inizi coi cacciaviti e le pelli da montare a mano sugli endoscheletri. E, possibilmente, il suo socio ha combinato qualche pasticcio che sta sotto tutta questa faccenda di Westworld.
“Sta sotto”: in tutte le sue possibili declinazioni?
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