For Honor Beta: provata e approvata! Scoprite di più…

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Si è conclusa la Beta di For Honor, il barbarico gioco sviluppato da Ubisoft Montreal in uscita il 14 febbraio. Ho potuto fortunatamente mettere le mani (anzi, ho potuto menare le mani!) sulla Beta e farmi un’idea iniziale piuttosto chiara sul titolo.

Ebbene, dopo aver provato tutte le modalità di gioco, il mio responso è un cristallino “Approvato“!

Premetto che ho avuto la fortuna di giocarlo assieme ad amici, quindi l’esperienza è stata più gratificante anche solo per questo fattore. Va inoltre precisato che la Beta ha riguardato esclusivamente la parte multiplayer del gioco, che è poi inevitabilmente quella che determina la longevità dello stesso.

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Ho dedicato diverse ore al titolo, giocato tutte e tre le modalità PvP e provate due delle ben nove classi. Fin dall’inizio è parso chiaro il senso di immedesimazione nel personaggio. Il livello di dettaglio e il fattore di coinvolgimento sono superbi, soprattutto nella modalità Dominio, quella che più rappresenta la modalità signature di questo nuovo franchise. Ma anche nel Duello (1v1) o nello Scontro (2v2) ammetto di essermi divertito più di quanto avessi immaginato.

Il sistema di combattimento Art of Battle, combinato alle diverse classi a disposizione, offre una profondità di gioco immediatamente percepibile. Le ambientazioni (vichinga, medievale e orientale) sono molto curate, graficamente ineccepibili, e offrono una vasta gamma di tattiche e possibilità, tra scale, precipizi, fiamme e dislivelli. Le mappe variano a seconda della modalità e sono studiate appositamente per ognuna.

E’ presto per una recensione completa di For Honor, ma le impressioni per quel che riguarda il godimento del gioco sono state MOLTO positive.

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Sono però anche emersi alcuni fattori che hanno fatto sorgere alcune perplessità. In primis l’assenza di server dedicati. Mi è capitato di venire disconnesso dalla partita in due occasioni e in parecchi game ho notato improvvise disconnessioni da parte degli altri player. Data la relativa velocità di ogni partita (in 1v1 o 2v2 la partita si risolve in qualche minuto, in Dominio al massimo dura 15 minuti) non è un fattore che compromette l’esperienza, ma di certo Ubisoft deve pensare ad una soluzione per evitare questi inconvenienti.

Altro fattore da sottolineare è anche la difficoltà nel giocare nelle fasi iniziali di learning. Per come For Honor è stato studiato è necessario padroneggiare appieno il sistema di combattimento Art of Battle. Un novellino che imbraccia per la prima volta la sua ascia da battaglia rischia di avere un feedback negativo poiché (giustamente!) non riesce a combinare nulla. In un classico FPS, anche chi ha appena iniziato qualche uccisione la mette a segno. In For Honor invece la curva di apprendimento iniziale è molto alta.

Ma questo è un aspetto che si rivela essere il vero punto di forza del titolo. La sensazione di miglioramento che si ha ad ogni partita è netta. Ogni game, che sia una vittoria o una sconfitta, insegna importanti lezioni al giocatore. Nuove combinazioni, tattiche più raffinate, l’accesso a nuove abilità sono tutti fattori che rendono la personale progressione nel gioco estremamente piacevole e gratificante.

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Infine l’aspetto più criptico di questo titolo riguarda il sistema di equipaggiamento. A fine partita verrà setacciato il campo di battaglia alla ricerca di oggetti utili per il nostro personaggio. Tali oggetti andranno a migliorare alcuni parametri a discapito di altri. La sensazione è che si rischi di avere uno svantaggio nei confronti di altri giocatori con un livello di equipaggiamento migliore. La mia opinione è che l’incidenza sia minima, ma solo il matchmaking ad opera d’arte può far sì che un novizio non si scontri con un veterano.

Ma come detto poco sopra, la sensazione è che il vero fattore che governa la partita sia l’abilità del giocatore, la sua interpretazione della partita e la corretta valutazione delle tattiche degli avversari. E’ mio personale parere che dare la colpa al livello dell’equipaggiamento sia più una scusa per nascondere proprie colpe, dato che il vantaggio c’è ma non modifica brutalmente il gameplay. Anzi, semmai l’equipaggiamento offre un ulteriore livello di personalizzazione e, come in un MMO, un leggero fattore grinding che ad una certa fetta di pubblico non può non far piacere. Comunque rimando alla review finale una accurata valutazione di questo aspetto.

Insomma, questa Beta di For Honor mi ha proprio convinto. Se non vi spaventa la prospettiva di essere brutalmente presi a calci nelle prime fasi di learning, For Honor è un titolo da tenere altamente in considerazione. Per sapere se il gioco vale tutti gli euro da spendere per questo tripla A occorre aspettare la campagna single player, ma è indubbio che non vedo l’ora che arrivi il 14 febbraio per tornare a calcare il campo di battaglia.

 

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