I Primitivi, la recensione del film su calcio e… cavernicoli!

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Oggi arriva al cinema “I Primitivi”, il primo lungometraggio del creatore di Wallace & Gromit.

In un mondo cinematografico dominato dalla tecnologia, dagli effetti speciali, dalla post produzione e dall’editing forsennato fa piacere che alcuni autori rimangano saldamente ancorati alle loro radici creative.
I Primitivi, in un 2018 che si preannuncia saturo di produzioni iper digitalizzate, pare proprio una mosca bianca. Chi si ricorda infatti delll’ultimo film in stop-motion che ha visto al cinema?

Dal genio creativo di Nick Park arrivano infatti “I Primitivi”, il suo primo lungometraggio in veste di regista unico di una pellicola interamente realizzata con la tecnica della stop motion.
Cos’è la stop motion? Si tratta di creare pupazzetti e di fotografarli in pose successive che possano ricordare il movimento. Unendo le fotografie e mettendole in sequenza è possibile quindi ottenere scene animate.

I Primitivi racconta la storia di due mondi che si scontrano: quello pacifico dell’Età della Pietra e quello dell’Età del Bronzo, primo caso di industrializzazione dell’uomo. La necessità di nuove miniere porta il regime del Bronzo ad invadere le terre remote dei semplici abitanti di una valle verdeggiante e a requisirne le terre. Il protagonista, Dag, ottiene di sfidare l’oppressivo regime dell’Età del Bronzo in una partita a… calcio! Solamente vincendo la sfida contro la squadra più forte dell’Età del Bronzo, il Real Bronzio, i nostri eroi potranno tornare in possesso delle loro terre.

I Primitivi trasuda British humor: le trovate (sia nelle situazioni, nei protagonisti, negli elementi scenici e in alcuni giochi di parole) sono, ahimè, spesso non molto efficaci nella localizzazione in italiano. I Primitivi è un film che fa sorridere più che ridere, data la leggerezza e la spensieratezza delle gag disseminate per tutto il film. Protagonista di queste scene comiche è il cinghiale Grugno, fedele compagno di Dag, doppiato (si fa per dire, dato che non parla) dal regista stesso!

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La storia de I Primitivi è quasi un grande classico del cinema sportivo: un gruppo di sprovveduti è costretto a confrontarsi con una realtà che, sulla carta, pare davvero imbattibile.
Insomma, nonostante i propositi del regista di aver creato una storia unica, quella de I Primitivi non pare proprio brillare per originalità.

Ma questo non è un film che si basa sulla storia. Ciò che convince sono le trovate sceniche e quei piccoli pezzi di genio che spuntano qua e là nel film, autentiche firme d’autore. Vero British Humor in stop motion! Alcuni personaggi spiccano per quanto sono demenziali, soprattutto Mr. Roccia che… beh, è una roccia… e pur confinato da un vocabolario limitato e da una carente gestualità è in grado di suscitare autentiche emozioni nello spettatore.

L’aspetto cardine del film, il gioco del calcio, è un’occasione per portare più di una critica al cosiddetto “gioco più bello del mondo” (si vede che nessuno ha mai giocato a Pandemic Legacy o Through the Ages da quelle parti… nda). Il Real Bronzio è infatti composto da giocatori strapagati, il cui stipendio è più volte oggetto di perplessità. E ogni riferimento a fatti o persone esistenti è puramente voluto…

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I Primitivi risulta quindi un delicato film di intrattenimento. Tecnicamente ineccepibile e visivamente accattivante, non riesce mai a sfondare il muro della risata ma lascia comunque piacevolmente divertiti ai titoli di coda. Non siamo davanti ad un capolavoro, ma la mole di lavoro necessaria alla sua realizzazione lo rende meritevole di ampia considerazione. Se i filmoni nelle sale in questi giorni (The Post, The Darkest Hour,…) non fanno per voi, potrete tranquillamente spendere 90 minuti in allegria in compagnia de I Primitivi. Alcune delle centinaia di trovate del film sono veramente memorabili…!

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