Ad agosto 2016, mentre sono tutti impegnati ad abbronzarsi (almeno nell’emisfero Boreale, che poi anche in quello Australe ci stanno quei paesi che pare ci sia sempre il sole), all’improvviso i Metallica sputano fuori un nuovo super singolo per un nuovo super album, il quale di chiamerà Hardwired…to self-destruct (i puntini sospensivi? Mah).
Il titolo del singolo è Hardwired (e basta); tosto insomma, potente (e senza puntini). Analizziamolo tutto!
THE MUSIC
Hardwired parte con tru-tum-tum-pum-pum bello veloce (ripetuto n volte) da parte del buon Lars Ulrich, bersaglio di continue critiche da parte degli haters del metal (cattivissimi, anche voi lo siete lo so), che però trova un sound pulito e netto, lasciatelo in pace.
L’intro ricorda gli schemi di Enter Sandman (non alimentate la fiamma delle false speranze ora, niente a che vedere), con la chitarra che accenna ad entrare a poco a poco con assaggi di riff. Poi dopo quasi 30 secondi abbiamo un riff completo e dopo altri 10 secondi parte la voce.
James è incazzatissimo (non ho capito con chi e come mai, nella canzone non lo dice). La prima strofa è composta da frasi secche e brevi. Il pre-chorus e il chorus si fondono, in sostanza il ritornello è una frase.
Dopo lo stacchetto musicale fornito dall’allegra combriccola (lo stesso riff dell’inizio), seconda strofa sullo stile della prima. Pre-chorus, chorus.
Momento Hammett: piccolo solo, senza uso eccessivo di WAH devo dire. Nulla di eclatante ma per un pezzo così breve (3:11) e veloce ci sta.
La terza strofa dura come le precedenti ma troviamo il doppio delle parole. Così mi sembra giusto che, nell’ultimo chorus, la frase emblematica “Hardwired to self-destruct” venga ripetuta per due volte invece che una (caspita, il minimo) e poi ancora 3 volte “self-destruct”.
Si conclude in maniera secca con un ending musicale che non perde affatto la grinta iniziale.
THE LYRICS
Il testo di Hardwired ha un carattere prevalentemente pessimista ma che in alcuni punti dona speranza agli ascoltatori con frasi del tipo: “We’re so fucked”, “On the way of paranoia”, “In the name of desperation”. Meno male.
Quello che lascia intendere il testo, per lo meno a me, è un grido di disperazione dell’uomo che prende coscienza di quanto faccia schifo merda l’umanità e il mondo intero. Viene forse messa in discussione anche la forma più pura di umanità; non si capisce se i programmatori malvagi siano altri uomini (il governo, la kasta, le scie kimike!1nwo1) o se sia l’uomo in sé a fare schifo da solo, senza aiuti.
Siamo stati programmati per l’autodistruzione
Non c’è molto altro da dire sul testo, da parte mia. L’insieme ordinato di tutte le parole in lingua originale lo trovate CLICCAQUI!!!!111. No, lo trovate in un sacco di posti sull’internet (se non doveste trovarlo contattatemi pure, può darsi mi sia divertito a nasconderlo).
THE JUDGMENT
E’ THRASH ragazzi! Thrash! Uoh uh! Sulla scia di Death Magnetic (album precedente, 2008, lo so che so essere banale ma devo informare) ma con un suono più piacevole. Qualcuno ha detto che i Metallica stanno tornando alle origini. Magari sperano di diventare immortali come quelle meduse che tornano giovini ciclicamente e vivono per sempre.
Effettivamente c’è qualche elemento che riconduce al passato remoto ma aspettiamo l’uscita dell’album (Novembre 2016) per dare il giudizione definitivo.
Hardwired in sé è veloce, secco, essenziale. Senza troppe pretese ma azzeccato.
Mi sento di dare fiducia a questo gruppo emergente. Welcome Back!
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