A partire dagli anni 80 i giochi di ruolo (RPG, Role Playing Game) hanno caratterizzato uno dei segmenti di maggior successo dell’intero panorama videoludico, vivendo una vera e propria età dell’oro durante il decennio successivo. Le nuove tecnologie hanno radicalmente modificato questo genere di titoli, specialmente nel comparto grafico, ma gli elementi che contraddistinguono questo genere sono rimasti sempre gli stessi:
- Sviluppo del personaggio
- Libertà di movimento
- Missioni ed obiettivi
Nel corso degli anni, queste tre componenti si sono evolute in una serie di idee estremamente complesse, offrendo esperienze di gioco uniche e innovative.
Quali sono gli RPG che più hanno lasciato il segno? Quali sono stati i più influenti? La lista è ovviamente lunga, per comodità ne abbiamo scelti cinque.
Dungeon Master (1987 – FTL Games)
Un vero best seller degli anni 80, vincitore di moltissimi premi. In assoluto il titolo più venduto per Atari ST.
Nonostante la trama rappresentasse il classico cliché alla Dungeons & Dragons, Dungeon Master diventò immediatamente lo standard degli RPG fantasy.
Lo scopo del gioco è quello di recuperare un prezioso manufatto custodito nelle profondità di un labirinto, guidando un gruppo di quattro avventurieri da noi selezionati. Alcuni degli aspetti più innovativi sono il gioco in realtime, l’utilizzo degli effetti sonori ambientali, ed un interessante sistema di spellcasting basato sull’utilizzo di rune che, combinate tra loro nella giusta sequenza, permettevano di determinare gli effetti delle magie.
Le abilità di un personaggio aumentano solo se utilizzate nel corso dell’avventura. L’interazione con l’ambiente è possibile sfruttando un’interfaccia pseudo 3D in prima persona ottimamente implementata, se consideriamo le capacità dei computer del periodo.
Un RPG complesso, talvolta frustrante a causa della sua difficoltà: oltre alle creature che popolano il labirinto, vi troverete ad affrontare trappole e trabocchetti di varia natura, dovrete trovare acqua e cibo per sopravvivere e torce per non restare al buio.
Un capolavoro che a breve spegnerà trenta candeline, restando ancora adesso l’anello di congiunzione tra il vecchio maze-game ed il classico gioco di ruolo.
Ultima VII: The Black Gate (1992 – Origin System Inc.)
Una delle serie fantasy più longeve, nonché la prima ad offrire un’esperienza di gioco completamente aperta. Nove titoli in diciotto anni ed il primo MMORPG della storia (Ultima Online), una saga che al il settimo capitolo raggiunge il suo Zenith.
Catapultati nel mondo di Britannia, dovremo indagare su un misterioso omicidio rituale e sulle attività di una potente setta religiosa.
Il sistema di movimento su griglia e lo schermo suddiviso per argomenti lasciano spazio ad un’interfaccia controllata tramite mouse, dove l’area di gioco occupa interamente lo schermo mentre i singoli elementi dell’interfaccia sono richiamati dall’utente.
L’aspetto che colpisce maggiormente di Ultima VII è l’eccezionale livello di interattività dei personaggi con l’ambiente circostante: la maggior parte degli oggetti presenti nel gioco può essere manipolata, spostata o raccolta. E’ possibile svolgere azioni complesse come ad esempio preparare il pane, cucinarsi delle uova strapazzate, cucirsi un vestito… o passare le serate in locanda a sbronzarsi fino a star male. I nostri compagni di avventura reagiranno con coscienza nei confronti delle nostre azioni e potrebbero decidere di abbandonare il party se non dovessero condividere il nostro operato.
Come in Dungeon Master, i combattimenti si sviluppano totalmente in real-time. The Black Gate è un RPG che lascia al giocatore una grandissima libertà di azione. La trama lineare non pregiudica minimamente la nostra libertà di muoverci per esplorare l’ambiente circostante, dando così la percezione di un gioco estremamente vivo e realistico.
Fallout 2 (1998 – Black Isle Studios)
Interplay e Black Isle Studios hanno rappresentato l’apice per quello che riguarda l’evoluzione del genere, sviluppando in solo sei anni alcuni dei più grandi classici del gioco di ruolo su computer.
Fallout 2 è il primo lavoro marchiato Black Isle Studio, realizzato a meno di un anno dall’uscita del suo predecessore, dal quale ha ereditato interfaccia di gioco e sistema di creazione dei personaggi (il famoso S.P.E.C.I.A.L. che ancora oggi, seppur con qualche ritocco, è alla base dei titoli Fallout targati Bethesda).
Oltre all’eccellente ambientazione, Fallout 2 offre la possibilità di risolvere le quest in più modi, sfruttando abilità e caratteristiche del nostro personaggio.
L’esperienza di gioco in questo RPG risulta fortemente influenzata dalle peculiarità del protagonista, consentendo così al giocatore di immergersi agevolmente nel proprio ruolo, sfruttando al meglio le scelte effettuate in fase di creazione. Un personaggio dotato d’empatia, per esempio, è in grado di prevedere le reazioni del nostro interlocutore durante i dialoghi, permettendoci così di ottenere un discreto vantaggio durante le conversazioni. Lo stesso accade durante le interazioni con l’ambientazione: avere le giuste abilità può dare origine ad una serie di episodi piuttosto divertenti o addirittura aprire nuovi percorsi all’interno della narrazione.
Ambientato ottant’anni dopo il primo capitolo, ci lanceremo alla ricerca di un dispositivo chiamato G.E.C.K., grazie al quale sarà possibile salvare le vite del nostro villaggio vittima di una terribile siccità.
Una curiosità: l’intero S.P.E.C.I.A.L. è in realtà una rivisitazione di GURPS, uno dei più famosi sistemi di gioco carta e penna.
Planescape: Torment (1999 – Black Isle Studios)
Nonostante le scarse vendite, questo titolo resta indiscutibilmente uno dei migliori RPG mai realizzati.
Ambientato nel multiverso di Dungeons & Dragons e basato sulla seconda edizione dello stesso sistema di gioco, Planescape: Torment è incentrato su una trama corposa e fittissime sequenze di dialoghi. Il protagonista del gioco è un personaggio senza nome, condannato a risorgere ogni qualvolta viene ucciso, senza ricordare nulla degli eventi che hanno preceduto la sua morte. Grazie all’aiuto di alcuni compagni di avventura ed a qualche espediente intrapreso durante le vite precedenti, riusciremo a rimettere insieme le memorie dell’innominato, aiutandolo così nella ricerca della sua perduta essenza mortale.
L’intricata personalità dell’Innominato, la caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione insolita rendono Planescape: Torment un titolo avvincente sotto ogni punto di vista.
Le azioni compiute durante il gioco hanno continue ripercussioni sullo svolgimento della trama: le nostre scelte, buone o cattive, incideranno pesantemente sull’allineamento del nostro protagonista, così come i dialoghi, che si modificheranno in base alle affinità tra i personaggi coinvolti. Qualora scegliessimo di adottare un comportamento malvagio e spietato, questo non pregiudicherebbe minimamente lo sviluppo della trama.
Un prodotto che si discosta parecchio dagli standard, ma che resta tutt’ora una delle migliori trame che siano mai state sviluppate per un videogioco.
Semplicemente memorabile.
Dragon Age: Origins (2009 – BioWare)
Dagli stessi creatori di Baldur’s Gate, un RPG ambientato in uno scenario ispirato, almeno in parte, dalle vicende contenute nel Signore degli Anelli e Game of Thrones. L’invasione da parte di un esercito di origine demoniaca, meglio noto come Prole Oscura, minaccia i territori del Ferelden.
Le prime ore di gioco consentono al giocatore di acquisire una certa familiarità con l’ambientazione, offrendo una trama diversa in base allo status del nostro personaggio. Arriveremo così al momento in cui il destino ci condurrà tra le fila dei Custodi Grigi, un ordine la cui missione è contrastare la minaccia del flagello costituito dai Prole Oscura.
La storia di Origins è originale ed estremamente curata, ricca di colpi di scena e scelte eticamente difficili. Qualunque sia il nostro operato, saremo chiamati ad interagire con numerose fazioni, ognuna delle quali caratterizzata dalle proprie motivazioni. Ci ritroveremo invischiati senza volerlo in una fitta serie di intrighi religiosi e politici, mentre allo stesso tempo, dovremo fare tutto ciò che è in nostro potere per contrastare l’avvento della Prole Oscura. Lo stile grafico e l’interfaccia di gioco ricordano parecchio l’età d’oro degli anni 90, senza per questo apparire “vintage”.
Il sistema di controllo è dettagliato ma estremamente semplice da usare, anche quando ci troveremo ad utilizzare più personaggi durante un combattimento. Le missioni sono divertenti e mai eccessivamente frustranti. A seconda della razza, sesso e classe che sceglieremo per il nostro protagonista, potremmo riscontrare delle differenze sostanziali all’interno della trama o nei dialoghi.
Durante l’avventura, i nostri compagni di viaggio potrebbero intraprendere autonomamente conversazioni tra di loro, rivelando aspetti del loro carattere o raccontandoci la loro storia. Dialogando con loro, potremmo addirittura sbloccare ulteriori missioni o dare inizio ad una relazione sentimentale.
Dragon Age: Origins rappresenta l’essenza di quello che è stato il gioco di ruolo negli anni 90. Quando la crescente potenza delle nostre macchine da gioco aveva già orientato il genere su un certo fotorealismo (The Elder Scrolls, Fallout 3 in primis), ecco arrivare sugli scaffali un titolo senza compromessi, capace di regalare un’esperienza di gioco totalmente avvincente. Un capolavoro.
Altri titoli degni di nota
Senza scrivere altro sull’argomento, ecco qualche altro titolo che merita attenzione:
- Times Of Lore
- Baldur’s Gate 2
- Auto Duel
- Wasteland 2
- Deus Ex
- The Elder Scrolls: Morrowind
Conclusioni
Con il passare degli anni i giochi di ruolo si sono evoluti verso un pubblico di massa. Da titoli di nicchia a veri e propri best-seller.
Voi come la pensate? Che titoli avreste scelto? Credete come me che gli MMO appartengano ad una nicchia totalmente diversa?
Fatecelo sapere.
Quelle schermate non sono di Dungeon Master, per lo meno non della versione per ST