Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, la recensione!

Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar
6,5

Esce nei cinema mercoledì 24 Maggio Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar. Ecco la nostra recensione!

Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar è il quinto capitolo della fortunata saga targata Disney, in uscita mercoledì 24 Maggio nelle sale italiane.

Il giovane Henry Turner (Brenton Thwaites) figlio del più celebre Will Turner (Orlando Bloom), è fermamente deciso a trovare il leggendario tridente di Poseidone, oggetto mistico in grado di spezzare ogni maledizione.
Fra queste è compresa anche quella che lega il fato di suo padre al vascello Olandese Volante, e che permette a Will di ritornare ad abbracciare la famiglia solo una volta ogni dieci anni.
Le sorti di Henry si intrecceranno con quelle di Carina Smyth (Kaya Scodelario), astronoma perseguitata per stregoneria, in possesso di una illeggibile mappa che conduce proprio al tridente, e con le folli imprese di Jack Sparrow (Johnny Depp), insidiato dal fantasma di un antico nemico, il sanguinario Capitano Salazar (Javier Bardem) al comando della mostruosa Silent Mary.

Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar

A distanza di ben 6 anni da Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, la ciurma più bislacca e remunerativa del grande schermo torna ad infestare le sale con una nuova avventura e nuovi perigli, stavolta sotto la direzione della misconosciuta coppia Joachim Rønning ed Espen Sandberg.
A loro l’arduo compito di traghettare la saga verso onde più impetuose ed avventurose per risollevarla dalle pericolose secche nelle quali pareva essersi arenata nel corso del quarto capitolo, fiacco e ripetitivo.

La soluzione più ovvia, e per certi versi più rassicurante e meno piratesca, era di ricollegare i nuovi eventi proprio là dove il terzo capitolo, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo, si era interrotto, trascurando quasi interamente la linea narrativa del quarto episodio.

Arduo era invece riuscire a riproporre quel mix esplosivo di visionarietà, azione e collaudati cliché che avevano decretato nel 2003 il successo di La maledizione della prima luna per mano del regista Gore Verbinski.

Il risultato finale, se non è prezioso come un inestimabile forziere, è comunque piacevole come l’ennesima tracannata di rhum caraibico, dal gusto prevedibile ma rassicurante.

La sceneggiatura di Jeff Nathanson (già collaboratore di Steven Spielberg per ‘The Terminal’ e ‘Prova a prendermi’) opera per addizione di elementi, affiancando alla consueta girandola di eventi pirateschi e humour sarcastico una linea narrativa basata su rapporti paterni da recuperare e da salvare. La già citata missione del Turner Jr., e la new entry Carina Smyth alla ricerca del padre ne sono l’esempio.

Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar

Un passaggio di consegne tra nuovo e vecchio, necessario ad una continuazione ad libitum delle avventure dei nostri, nel quale però le new entry paiono non reggere il confronto con i già noti protagonisti, quanto a carisma e personalità.
Ritroviamo con piacere il sarcastico e luciferino Barbossa di Geoffrey Rush, sempre pronto al doppio gioco ma capace di inaspettate aperture altruiste, e l’alter ego cinematografico di Johnny Depp (anche se sarebbe più facile affermare il contrario), un Jack Sparrow più che mai gigioneggiante e sbilenco.
Apprezzabile ma non disturbante o memorabile al pari di altre sue incarnazioni di villain, il vendicativo Salazar di Javier Bardem.

Pur non brillando di originalità (sarebbe forse ingiusto aspettarsela), e pur peccando di alcuni momenti di stanca ed eccessiva lentezza narrativa, La Vendetta di Salazar regala ottimi momenti di puro entertainment grazie ad felici invenzioni visive.
Su tutte la nave Silent Mary rappresentata come una sorta di Leviathan che inghiotte altri vascelli e la sua ciurma maledetta.
Non mancano sequenze action di grande impatto, quali una rapina di un’intera banca (mura comprese), il momento della genesi del personaggio e del soprannome di Jack Sparrow (con tanto di Johnny Depp ringiovanito in CGI), e la complessa battaglia finale tra due mura di oceano con la Perla Nera impegnata in un salvataggio in extremis sull’orlo dell’abisso.

Gustoso contro altare alle precedenti apparizioni di Keith Richards, è infine il cameo di uno stralunato Paul McCartney, accompagnato da un prezioso sottofondo musicale beatlesiano riarrangiato in chiave piratesca.

Come una giostra dal sapore retrò, la quinta avventura dei Pirati dei Caraibi, regala sensazioni ed emozioni già note, ma se non lascia col cuore in gola quantomeno regala la sensazione di voler staccare un altro biglietto, per un viaggio (citando proprio Jack Sparrow), ‘laggiù oltre l’orizzonte’.

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