Fast and Furious 8, la recensione di uno dei film più tamarri e più riusciti dell’anno!
Gli U.S.A sono sbarcati a Cuba. Toretto (Vin Diesel) è sbarcato a Cuba.
L’ottavo capitolo della saga di Fast and Furious ha inizio infatti nella soleggiata isola caraibica, libera (almeno sulla carta) da embargo con gli Stati Uniti e, quindi, anche con i sui tamarri a stelle e strisce!
Toretto + Cuba + canotta bianca d’ordinanza + auto d’epoca americane = TOP!
(comunque non fatevi fregare dalle ragazze super sexy che vedete nelle scene iniziali, a Cuba non sono veramente così…achtung baby!)
Inutile dire che il film parte già benissimo, con scene piene d’azione e rombi di motori.
Tutto nei classici canoni di Fast and Furious, insomma.
Ma. Abbiamo presto un MA.
Toretto, uomo integerrimo tutto casa, officina e famiglia, diventa presto un Toretto a noi sconosciuto.
Un Toretto freddo, calcolatore e traditore. Un Toretto contro la famiglia e la sua squadra. Un Toretto alleato della terribile Cipher (una Charlize Theron in versione cyber punk chic, decisamente bellissima), una cyber terrorista astuta e imprendibile, con piani molto, ma molto malvagi.
Una Cipher vera e unica, indiscussa villain in piena regola, algida ma con che riesce, con il solo sguardo e tono di voce, a rendere perfettamente il suo personaggio. Interpretazione davvero magistrale.
Il posto del povero Paul Walker come spalla di Vin Diesel è stato preso da The Rock. L’acquasanta e il diavolo insomma, il gracilino biondino e zuccheroso Brian lascia quindi il posto alla montagna di muscoli rude ma dal cuore tenero.
Il nuovo regista, F. Gary Gray, non poteva comunque lasciare il film senza belloni dal sapore nordico. Ecco quindi che arriva in soccorso degli occhi di tutte noi fanciulle Scott Eastwood, 30 anni, figlio del grande Clint. Agente “pivello” del Governo, imbranato ma ben addestrato, che ci ricorda con nostalgia il buon, vecchio Brian.
Troveremo anche due personaggi cari ai fan di Game of Thrones: il rosso Kristofer Hivju nei panni di un cattivo, a mio avviso un pochino poco credibile, e la bellissima Nathalie Emmanuel, parte della squadra (o ex squadra) di Dominic Toretto.
Un action movie a base di alti livelli di testosterone, adrenalinico, con un ritmo narrativo ottimo e con scene ad alta spettacolarizzazione (alcune sono veramente tamarre e improbabili, vi avverto, ma del resto amiamo la saga di Fast and Furious per questo, no?).
Trama non banale nel suo genere, che mette in luce in modo estremo argomenti di attualità come, appunto, la fine dell’embargo a Cuba e i pericoli del cyber terrorismo, legato soprattutto alla futura predominanza di veicoli e apparecchi dotati di intelligenza artificiale nelle nostre vite.
Molti momenti di humor e battute ben calibrate e ben riuscite, che rendono il film divertente e piacevole da guardare.
Non vi svelerò altri dettagli della trama, posso solo usare le parole di Toretto
In una corsa conta chi sta dietro al volante
E qui abbiamo dei veri professionisti dell’entertainment, Signori.
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