Avengers: Infinity War – la recensione senza spoiler

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Avengers: infinity War è il culmine di 10 anni di Universo Cinematografico Marvel.
10 anni e 18 film hanno portato a questo.
Ne è valsa la pena? Tanta attesa è stata ripagata?

Ci sono i fan dei Vendicatori: quelli che hanno il loro eroe favorito.
Chi va in giro con la maglietta dell’uomo di ferro, chi con quella del capitano a stelle e strisce.
C’è anche qualcuno che apprezza il bestione verde o il Dio del tuono.
Niente da dire: tutto molto rispettabile e degno.

Ma ci sono anche gli ammiratori di Thanos.
Pochi, è vero, ma ci sono.
Ed io sono tra questi.
Ed Avengers: Infinity War è un film su Thanos. E la cosa non era per niente facile da gestire: il rischio tavanata galattica era dietro una luna di Titano.

I fratelli Russo, alla regia e Christopher Markus e Stephen McFeely alla sceneggitura di Infinity War, ci avevano abituati un gran bene con Captain America: The Winter Soldier e con Civil War. Due tra i  (se non ‘i’) migliori film del MCU. Discreto ottimismo.

Veniamo al dunque: non ci sono parole non banali per descrivere Avengers: Infinity War.
Quindi ne userò alcune, con le quali tenterò di rendere l’idea, tipo megalodonte. O Krakatoa. O Porte di Tannhäuser.
Ma forse basterebbe dire che Thanos è il grande protagonista del film e che è stato trattato con il rispetto che gli si deve.
Thanos è bellissimo!
Con quel suo colorito violaceo che muta a seconda delle differenti illuminazioni sui diversi pianeti.
E quel suo mento volitivo, con le rughe a righe verticali.

Josh Brolin, che interpreta Thanos, è riconoscibile sotto chili di cerone in computer grafica e riesce a donare un’espressività intensa ed inaspettata al faccione viola.
Il Folle Titano ha una missione che si è autoimposto ed è disposto a tutto pur di portarla a termine.
Indossare il Guanto, dove incastonare le 6 Gemme dell’Infinito è il mezzo che Lui ritiene essere il migliore per perseguire il suo scopo.
La caccia alle preziose Pietre ha inizio.
La cosa migliore sarebbe mettere in pratica la tanatosi, che deriva dal greco thanatos (morte, proprio come Thanos), e che consiste nel fingersi morti per ingannare l’avversario o il predatore di turno.
Sempre che questi non sia un essere dotato di intelligenza superiore, come il nostro.

Avengers: Infinity War descrive un arco narrativo preciso, mutuato in maniera piuttosto differente dalle saghe a fumetti, ma ugualmente di forte impatto. Anzi!
E Thanos è al centro di tutto, in un modo o nell’altro.

Poi sì, ci sono i Vendicatori che fanno la loro parte, come diceva il Premio Nobel Romain Rolland “un eroe è chi fa quello che può”.
C’è chi puo’ menare le mani, c’è chi puo’ fare incantesimi, c’è chi puo’ sparare all’impazzata, chi lanciare ragnatele.
Fermare il Titano è impresa ardua: serve l’unione di quasi tutti gli Avengers e dei Guardiani della Galassia, serve provare a superare l’empasse derivata dagli eventi della Guerra Civile Supereroistica, serve muoversi su più scenari, addirittura su più pianeti.
Basterà? Basteranno i tanti, nuovi, super-ammennicoli che accessoriano questa o quella tutina?

Ogni personaggio ha un suo perchè ed una sua storia. Ovviamente, pur nelle 2 ore e 40 di durata della pelicola, visto il gran numero di protagonisti, non c’è troppo spazio da dedicare a tutti.
Ma 2 o 3 ricevono un trattamento di favore, in questo senso.

Il vero trattamento di favore, però, i Russo lo dedicano ai fan.
Questo film è il massimo che si potesse realizzare con quello che si aveva a disposizione nel MCU.
La trasposizione su pellicola di alcune delle scene più iconiche delle Saghe dell’Infinito è da lacrime agli occhi (non è un eufemismo! Conosco un tizio che, durante la proiezione, per poco…).
Alcune sequenze, per mancanza dei personaggi nel roster cinematografico Marvel, sono interpretate da altri.
Ma questo non guasta quasi mai.

Qualcuno vi dirà che il film è troppo lungo: non badateci, non ce n’è mai abbastanza!
Altri vi diranno che è troppo dark. lo è sicuramente più di tutti gli altri film Marvel, ma c’è anche tanta ironia.
E stavolta, dopo Thor: Ragnarok, non è nemmeno eccessiva. Solo una battuta mi ha dato un po’ fastidio.
E, per una maledizione asgardiana, è ancora da ascriversi al Dio del Tuono.
Che però avrà modo di rifarsi durante la storia.
Qualcuno vi dirà chissà che cosa di Avengers: Infinity War.

Io vorrei solo dirvi: andate al cinema e gustatevi questo film mastodontico, impressionante e spiazzante.
Scoprirete un Thanos come è giusto che sia.
Coi peli sulle braccia!

Nota a margine: una sola scena post titoli di coda (infiniti, tanto per rimanere in tema), ma imperdibile!

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