48 anni fa il primo allunaggio, uno degli eventi più importanti della Storia. Smontiamo le teorie complottiste secondo cui questo avvenimento fu solo un bluff!
Le teorie complottiste sull’allunaggio
L’ allunaggio del 20 luglio 1969 (48 anni fa esatti) è uno degli eventi più importanti della Storia dell’Umanità.
Per la prima volta, un Uomo ha posato i propri piedi su un corpo celeste che non fosse la madre Terra, dopo un viaggio a bordo dell’Apollo XI.
Un traguardo che ha richiesto il pagamento di un tributo altissimo, anche in termine di vite umane, di uomini che sono morti per consentire che il sogno si avverasse.
A distanza di anni da quel 20 luglio di 48 anni fa, purtroppo, sono sorte alcune bizzarre teorie seconde le quali l’allunaggio non sarebbe altro che una messinscena.
Una enorme messinscena governativa, grazie alla quale gli USA avrebbero “vinto” (falsamente) la corsa allo Spazio, pur non avendone i mezzi tecnici.
Si era nel 1969 ed i sostenitori di questa teoria pensano che i computer dell’epoca non fossero in grado di guidare un razzo prima ed il modulo lunare, poi, fino al Mare della Tranquillità.
Basterebbe la logica…
Era il 1969: già questo basterebbe a smontare questa fantasiosa credenza, perché l’allora URSS aveva occhi, orecchie e tutto il resto puntati verso il nemico statunitense.
Oltre cortina si sarebbero accorti immediatamente del bluff americano.
Senza contare le centinaia di persone coinvolte, che avrebbero dovuto mantenere un tale segreto per anni. A nessuno sarebbe venuto in mente di vendersi un’esclusiva di tale portata?
In ogni caso, la speculazione è continuata fino ai giorni nostri.
Ancora oggi c’è chi ritiene che l’allunaggio sia un falso.
E false siano le foto che lo documentano.
Nvidia si mette all’opera
Per questo, qualche anno fa, alla Nvidia, azienda di Santa Monica produttrice di processori grafici, hanno deciso di smontare le teorie complottiste anti-allunaggio.
Come?
Con la tecnologia dei giorni nostri.
E con i mezzi a loro più consoni: la grafica ed il rendering.
I computer del 2000 che salvano la reputazione di quelli degli anni ’60!
Alla Nvidia hanno preso in esame una foto specifica, che è uno dei cavalli di battaglia dei complottisti.
Questa:
La foto, scattata 48 anni fa, mostra “Buzz” Aldrin scendere le scale del LEM. La sua sagoma è ben illuminata e si staglia contro la forma scura del modulo lunare dietro di lui.
Secondo i teorici della cospirazione, dato che il sole è dietro il modulo lunare ed Aldrin dovrebbe essere nell’ombra del LEM, l’astronauta deve essere stato illuminato da qualcosa di diverso dal sole.
Da sorgenti luminose ausiliarie.
Forse da fari, in uno studio cinematografico. Magari sito vicino a Los Angeles.
E con Stanley Kubrick ad effettuare le riprese dei filmati, poi trasmessi nelle case di tutto il mondo. Da Terra, anziché dalla Luna.
Maxwell
Alla Nvidia hanno utilizzato Maxwell, la loro più recente architettura grafica.
Maxwell è stata progettata per risolvere alcune delle sfide più complesse di illuminazione e grafica nel computing visivo, ed è il cuore delle GPU GeForce GTX 980 e GeForce GTX 970.
Grazie a Maxwell, è stata ricostruita la scena dell’allunaggio in Unreal Engine 4, un motore per giochi sviluppato da Epic Games.
È stata fatta una simulazione dei raggi del sole, provenienti da dietro il LEM, di come questi rimbalzassero sulla superficie della luna e sulla tuta di Neil Armstrong (autore della foto), per proiettare luce su Aldrin mentre usciva dal LEM.
Mark Daly, di Nvidia, ha affermato:
“Alcuni uomini hanno perso la vita come parte del progetto Apollo, quindi mi colpisce quando la gente dice che è stata una frottola. La gente ha rischiato la vita per arrivare alla Luna”.
Voxels
Alla base del progetto c’è una tecnologia chiave di Maxwell: Voxel-Based Global Illumination o VXGI.
VXGI è il top nella rappresentazione del modo in cui la luce rimbalza da un oggetto all’altro in tempo reale.
Per farlo, VXGI scompone la geometria di una scena in migliaia di piccole “scatole” chiamate voxel (che sono il corrispettivo tridimensionale dei pixel 2D). Ciascuno dei sei lati di ogni casella è analizzato per determinare la sua opacità (quanto sia trasparente) e la sua emissione (quanto e di che colore, la luce è riflessa da altri oggetti nella scena).
Tutte queste “scatole” aiutano a catturare il modo in cui la luce rimbalza da un oggetto all’altro.
Bello, in teoria.
Ma i vantaggi pratici del VXGI sono diventati chiari una volta utilizzati per analizzare l’iconica fotografia dell’Apollo XI.
Per ricreare l’allunaggio, il team ha raccolto ogni possibile dettaglio. Hanno studiato i rivetti sul LEM, identificato le proprietà della polvere della superficie lunare e misurato la riflessività del materiale utilizzato per le tute degli astronauti.
Si è stati in grado di riprodurre come la luce abbia illuminato Aldrin, mentre scendeva sulla superficie della Luna, nel momento esatto in cui Armstrong scattava la sua foto.
Ecco la foto ricreata digitalmente dal team Nvidia:
Un’altra prova
E questa non è stata l’unica prova nascosta nelle foto della NASA.
Un altro dettaglio sbandierato dagli scettici: le foto del sito di atterraggio non mostrano alcuna stella.
Ciò ha portato alcuni a sostenere che il governo degli Stati Uniti abbia falsificato l’atterraggio, “dimenticandosi” le stelle nella scena.
Certo che, per essere gente che ha messo in piedi una messinscena del genere, sono stati piuttosto sbadati!
Usando Maxwell, il team di Nvidia è stata in grado di trovare le stelle.
“Il motivo per cui le stelle non sono visibili è che l’esposizione della fotocamera è impostate per catturare la scena sulla superficie della Luna”, dice Daly. “Ma sono lì. E la nostra squadra è stata in grado di trovarle digitalmente, cambiando l’esposizione delle foto per rivelarle”.
Tecnologia batte complottisti 2 a 0.
Ma siamo sicuri che la querelle durerà ancora a lungo.
Forse fino al prossimo allunaggio!
Ecco un video del progetto:
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